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Sportelli d’ascolto a scuola: un supporto per gli studenti in difficoltà

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Pubblichiamo un contributo da parte della dottoressa Antonietta Germanotta, psicologa e psicoterapeuta che da alcuni anni è impegnata nell’attività di sportello d’ascolto nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado.

In tale contributo la dottoressa Germanotta racconta la sua esperienza spiegando alcuni aspetti legati a tale attività di grande aiuto agli alunni.

 

Chi scrive conduce sportelli d’ascolto in Istituti Secondari di I e II grado. Il presente articolo intende riportare un’esperienza effettuata nell’a.a. 2017/2018.

La scuola, investita di una grande responsabilità che è quella di formare gli adulti di domani, non è solo un luogo in cui avviene l’apprendimento e si trasferiscono conoscenze, ma rappresenta anche l’habitat in cui nascono, crescono e si sviluppano le relazioni. E’ un ambiente di collaudo, una sorta di laboratorio in cui esprimersi e sperimentarsi, mettendosi alla prova in uno spazio custodito e disciplinato, per apprendere a comunicare e convivere con i propri coetanei e con gli adulti.

Chi scrive è stata affidataria della conduzione di uno Sportello di Ascolto presso l’Istituto Tecnico Industriale “Galileo Ferraris” essendo vincitrice del bando per reclutamento psicologo esperto in orientamento, microreti Osservatorio d’Area n° 5 per prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica, potenziamento dell’inclusione degli alunni stranieri e con disabilità. La stessa, infatti, con il progetto denominato “IO TI ASCOLTO” si é aggiudicata il bando svolgendo attività di prevenzione del disagio rivolta agli alunni dell’Istituto ed ai loro docenti e genitori.

La scrivente ha prestato servizio presso il suddetto Istituto da novembre 2017 a maggio 2018, per un totale di 100 ore distribuite in 25 incontri.

Durante un incontro iniziale avvenuto con il Dirigente Scolastico, prof. Lucio Pricoco, ed alcuni suoi collaboratori si è iniziato a definire e prospettare il lavoro da svolgere. Si sono, pertanto, incominciate a delineare le attività che si sarebbero effettuate, le linee guida del proprio operato e si sono calendarizzati gli incontri per l’intero svolgimento del progetto. Si è stabilito, di concerto con il Dirigente Scolastico ed uno dei suoi collaboratori (uno dei docenti designati cui far riferimento), che lo Sportello di Ascolto si sarebbe effettuato una volta a settimana, il martedì, dalle ore 09.00 alle ore 13.00. La scrivente ha reso noto, sin da subito, che si sarebbe mostrata disponibile ad effettuare modifiche di giorno o di orario in base a festività, mutate esigenze organizzative e richieste specifiche della scuola. Insieme ad un’altra docente, che le ha illustrato lo “stato dell’arte” dell’Istituto, si sono iniziati a prendere accordi con i vari insegnanti in merito alle classi cui dare priorità per interventi di classe; dopo tali incontri preliminari si è entrati, pian piano, nel vivo del lavoro e si sono iniziate a fissare date per lo svolgimento di incontri di classe. Sin dall’inizio ci si è occupati, infatti, oltre allo Sportello d’Ascolto di pari passo di incontri di classe.

Sono stati creati, ad hoc, dalla scrivente due moduli di consenso informato: uno per gli alunni minorenni (autorizzazione da far firmare ad ambedue i genitori) ed uno per gli alunni maggiorenni (da far firmare all’alunno stesso); entrambi sono stati pubblicati sul sito dell’Istituto e potevano essere scaricati, autonomamente da quanti volessero usufruirne. Prima di ogni singolo primo colloquio conditio sine qua non era la consegna del rispettivo modulo.

Si è stabilito di posizionare, nella stanza attigua alla sala docenti, una scatola con scritto “Sportello di Ascolto dott.ssa Antonietta Germanotta”, all’interno della quale ogni alunno poteva inserire un foglietto con su scritto il proprio nome, cognone e classe (senza dover necessariamente passare per i docenti), ed attendere di essere chiamato appena possibile. Nella stanza che le è stata assegnata, a tutela della privacy degli alunni e di quanti decidessero di effettuare colloqui, si affiggeva sulla porta un cartello, creato ad hoc, ogni qualvolta vi fosse un colloquio in corso per impedire che entrassero persone durante gli stessi.

Durante gli incontri di classe ci si presentava agli alunni e solitamente chiedeva loro di mettersi a cerchio agevolando, in tal modo, la discussione e l’inclusione. Si modificava il setting dell’aula e li si aiutava personalmente nello spostamento di banchi e sedie ed inizialmente si facilitava la comunicazione tra pari e si approfondiva la conoscenza reciproca tra gli alunni. Successivamente ad una breve presentazione di ciascuno si favoriva il dialogo affrontando di volta in volta anche tematiche specifiche tra cui problemi di classe insoluti e dissidi tra compagni. Talvolta, richiesto dai docentio meno, si lavorava anche in un’ottica di maggior inclusione e di prevenzione del bullismo, del razzismo ed all’utilizzo delle sostanze supefacenti. Poco prima di entrare in classe (oppure, ove possibile, specificandolo la settimana precedente) si domandava solitamente all’insegnante cui si chiedeva l’ora la gentilezza di allontanarsi durante l’incontro per permettere agli alunni un’apertura maggiore e la possibilità di esprimersi liberamente senza la presenza della figura istituzionale e normativa, il docente, che avrebbe potuto inibire, falsare e limitare l’apertura degli alunni e lo svolgimento dell’incontro.

In alcune classi, sotto richiesta del coordinatore di classe o di uno dei docenti, si sono effettuati plurimi incontri per abbassare la conflittualità, per risolvere questioni irrisolte tra gli alunni e per distendere, il più possibile, il clima. La stessa sia durante gli incontri di classe che tutte le volte in cui si presentava l’occasione e la possibilità di poterlo fare, ha prospettato e spiegato agli alunni dell’Istituto in cosa consistesse lo Sportello d’Ascolto (indicando giorno di presenza a scuola, orario, luogo all’interno del quale avrebbe operato la modalità di contatto). Svariati alunni, successivamente agli interventi di classe hanno chiesto la possibilità di recarsi allo sportello d’ascolto.

Da quanto esplicitato da alcuni docenti (sia in itinere che alla fine) il comportamento degli alunni delle classi all’interno delle quali si sono svolti più incontri si era modificato, denotando un abbassamento del livello di conflittualità, un miglioramento dei rapporti con i compagni e/o con i docenti ed un clima meno ostile e più disteso

In merito allo Sportello di Ascolto i destinatari sono stati alunni, genitori e docenti. Le modalità di svolgimento dei colloqui con i differenti destinatari dell’intervento sono state simili. Per gli alunni le segnalazioni provenivano o da parte di uno dei loro docenti o tramite auto-richiesta, come scritto in precedenza. A tutela della privacy l’alunno era avvertito in modo generico, dicendo al docente presente in classe, ad esempio, che era desiderato in vicepresidenza.

La maggior parte degli alunni ha deciso di recarsi all’incontro da solo ed una parte minoritaria l’ha fatto in piccoli gruppetti. Nei casi in cui gli alunni sono venuti in gruppo parte finale dell’incontro si è effettuato singolarmente con ciascuno di loro, sia perché la scrivente ha ritenuto utile farlo sia perché talvolta gli alunni stessi hanno esternato tale bisogno, avendo la scrivente prospettato loro tale possibilità.

La durata degli incontri è stata variabile (in base alle attività ed al numero di colloqui in calendario per ogni singolo giorno). Alla fine di ogni colloquio si comunicava che sarebbe stato richiamato successivamente (la scrivente decideva, solitamente, in base alla necessità ed alla disponibilità). Si diceva, inoltre, a ciascuno di loro durante il primo colloquio che qualora avesse avuto urgenza e bisogno di parlare un giorno non stabilito avrebbe potuto comunque cercarla nella stanza adibita o chiedere ad un docente di contattarla, ovviamente il giorno di presenza a scuola.

Nell’intento di considerare lo sportello uno spazio ad hoc per ogni specifica esigenza e problematica si è anche dato supporto lavorando sull’emotività, e ciò spesso non aveva a che fare solo con la scuola; sono emerse, come era inevitabile che avvenisse, delle problematiche altre. Dal racconto di diversi alunni è emerso un rapporto problematico (utilizzando parole loro “proprio un brutto rapporto, a stento li saluto”) con uno o entrambi i genitori. Alcuni alunni verbalizzavano, e denotavano, una difficoltà di gestione della propria rabbia e/o della propria emotività ed una non accettazione di se stessi. Tutti gli alunni che hanno effettuato un incontro hanno chiesto di effettuarne altri.

In merito ai colloqui con i genitori è capitato più di una volta che gli incontri fossero fissati tramite un docente che prendeva accordi e poi li comunicava alla scrivente; spesso chiedevano consigli o suggerimenti inerenti la gestione di alcune situazioni problematiche.

I docenti che hanno deciso di aderire agli incontri, invece, hanno avuto un contattato autonomo.

La scrivente si è anche resa disponibile, partecipandovi di buon grado, ad intervenire attivamente alle riunioni “Osservatorio d’Area n° 5” presso il Plesso “E. Fermi”. In due occasioni, sia all’inizio che verso la fine del progetto, ha relazionato davanti ai dirigenti scolastici ed ai docenti circa lo Sportello d’Ascolto, rendendo noto ai presenti la propria esperienza all’interno dell’Istituto suddetto, aggiungendo le proprie riflessioni ed i propri suggerimenti.

Inoltre, così come richiesto la scrivente ha partecipato al convegno “IO NON CI CASCO! Per un uso consapevole della rete” (tenutosi 24 Febbraio 2018 in Aula Magna) effettuando un intervento in favore degli allievi dell’Istituto.

Avviandoci verso l’epilogo del presente articolo, nonostante non stia a chi scrive commentare, la stessa crede che l’attivazione del suddetto progetto sia stata utile e significativa per quanti hanno deciso di usufruirne. La presenza di uno Sportello d’Ascolto all’interno dell’Istituto, che accoglie i ragazzi in un momento evolutivamente molto delicato e turbolento, quale l’adolescenza, risulta essere un’ottima occasione per prevenire stati ansiogeni e gestire e risolvere problematiche riguardanti la crescita e le difficoltà ad essa connesse.

Uno spazio, quindi, all’interno del quale poter prevenire o affrontare situazioni di sofferenza e disagio generalizzato dovrebbe essere presente della Scuola, di ogni ordine e grado.

Concludendo si può affermare che l’esperienza di Sportello d’ascolto sia stata importante per gli allievi e la scuola nel suo insieme in quanto la percentuale di fruizione del servizio offerto è stata molto alta ed ha permesso di evidenziare la profondità delle richieste ed il riverbero epistemologico che la psicologia assume in ambio scolastico.

Si intende precisare che ciò è stato possibile anche grazie alla professionalità, sensibilità e disponibilità di alcuni dei docenti con i quali si è relazionata. Molti sono stati, infatti, particolarmente collaborativi e si è lavorato di concerto ed in sinergia durante l’intero progetto  ottenendo un maggior benessere scolastico.

Hanno ringraziato e sottolineato, più volte, l’importanza dello sportello vedendolo come un supporto necessario ed hanno esternato l’auspicio che potesse effettuarsi anche l’anno successivo.

Si ringraziano, pertanto, il Dirigente Scolastico prof. Lucio Pricoco, gli insegnanti e la scuola nel suo insieme per aver accordato la possibilità di effettuare tale intervento all’interno dell’Istituto.