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Stipendio dignitoso ai precari

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La conferma di ieri della copertura finanziaria delle immissioni in ruolo dei precari fa infatti venire meno il CCNL del 4 agosto 2011, attraverso cui si è eliminato il primo gradone in busta paga e condannato gli insegnanti allo stesso stipendio per i primi 9 anni di carriera.

E’ il sindacato Anief a sottolineare il fatto e il suo presidente Marcello Pacifico promette guerra: “Il Governo faccia venire meno quel contratto, altrimenti siamo pronti a dare battaglia legale in tribunale per violazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE che previene queste discriminazioni”.
Il ministro, con le sue dichiarazioni, fa ben sperare riguardo la violazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE sull’abuso dei contratti a tempo determinato anche nei confronti del personale che ha svolto più di 36 mesi di servizio complessivo.

Il sindacato, però, fa notare al Governo che subentrando finalmente il finanziamento pubblico per coprire l’assunzione dei nuovi docenti, viene automaticamente meno il CCNL del 4 agosto 2011, che ha permesso le assunzioni a patto che si fosse rispettata l’invarianza finanziaria. Scippando in tal mondo il primo gradone stipendiale dei neo-assunti, costringendoli a rimanere con la stessa busta paga per 9 anni consecutivi a partire dall’immissione in ruolo. Una procedura ritenuta illegittima anche oltre i confini nazionali, come di recente confermato attraverso la sentenza Huet.

“Qualora l’assunzione dei docenti devesse invece svolgersi mantenendo l’attuale cancellazione del primo scatto stipendiale – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir –, allora il nostro sindacato si dichiara sin d’ora pronto a dare battaglia legale in tribunale per violazione della direttiva comunitaria che tutela i diritti del personale, che non può essere discriminato. Che sia precario, appena assunto e di ruolo da diverso tempo.

Insomma i precari della scuola dopo decenni non solo devono essere assunti, ma bisogna garantire loro uno stipendio dignitoso. Si può, eccome se si può.