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Studente schiaffeggia docente durante un’interrogazione: la vittima era stata già aggredita da poco da un altro alunno

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Ancora violenza sui docenti: un alunno ha schiaffeggiato un insegnante durante un’interrogazione oggi, 23 maggio, intorno alle 10,30, in un istituto superiore di Torino. Lo riporta Ansa. Ad intervenire, la Polizia.

Nel frattempo uno studente ha innescato una fiammata

Lo stesso insegnante è stato già vittima, a fine aprile, di un’altra aggressione da parte di un diverso studente della stessa scuola, un minorenne già sospeso, che aveva picchiato lui e una collega. Quasi in contemporanea, un altro studente avrebbe innescato una fiammata al primo piano dell’istituto, utilizzando una bomboletta di deodorante spray e un accendino.

Sul posto è intervenuta la Polizia. Il docente è stato accompagnato in ospedale in ambulanza. Il corpo insegnante, secondo fonti interne, si sta organizzando per una protesta. “Dopo i fatti di cronaca accaduti a scuola per l’ennesima volta, gli insegnanti e i lavoratori mi chiedono di organizzare uno sciopero con presidio davanti alla Prefettura perché la situazione è diventata insostenibile – afferma un docente e Rsu Snals, primo eletto nello Zerboni -. Le misure annunciate dal ministro Valditara risultano morbide e non applicate”.

Violenza sui docenti, le nuove misure

Proprio nel Consiglio dei Ministri del 30 aprile è stato esaminato uno schema di disegno di legge in materia di tutela del personale docente della scuola e dei dirigenti scolastici. Come riporta ItaliaOggi, per gli adulti che aggrediscono docenti e dirigenti, arrecando lesioni, inoltre è previsto un aggravamento delle pene e l’arresto in flagranza.

Ecco le parole di Valditara in conferenza stampa: “Per quanto riguarda il secondo provvedimento si prevede l’arresto obbligatorio in flagranza di reato in caso di lesioni personali a docenti e dirigenti scolastici, non mere aggressioni verbali. Si prevede un aggravamento delle pene per lesioni al personale; ad esempio si passa per le lesioni lievi da sei mesi a tre anni fino a due anni a cinque anni. Perché questa norma? Il personale scolastico è quello più toccato da aggressioni. Sono soprattutto i genitori che picchiano. Un insegnante, un dirigente scolastico, non si tocca. Posso anche aggiungere che la funzione delicata e importante dell’educatore deve essere preservata. L’obiettivo primario è avere condizioni di serenità per i nostri figli. L’arresto in flagranza non si estende ai minori”.