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Sul referendum di Flc entra in crisi l’unità sindacale

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Sul referendum promosso dalla Flc-Cgil per dare la parola ai lavoratori del comparto scuola, scoppia la polemica. Ma questa volta non si tratta di uno dei tanti battibecchi che mettono pepe sul dibattito politico e sindacale: la polemica è aspra e sta mettendo in discussione la stessa unità fra le diverse sigle della scuola.
Per sostenere la propria proposta il sindacato di Mimmo Pantaleo sta promuovendo anche un sondaggio on line (che – avverte però il sindacato stesso – “non ha un valore statistico, si tratta di una rilevazione aperta a tutti, non basata su un campione elaborato scientificamente con l’unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione su un tema di interesse politico-sindacale”).
Ma intanto, dopo pochi giorni, il sondaggio fornisce un risultato inequivocabile: l’85% dice non al contratto, mentre solo il 13% si dichiara favorevole (il restante 2% “non sa”).
La proposta di referendum della Flc viene sonoramente bocciata da tutti gli altri sindacati che parlano apertamente di operazione demagogica e con un volantino che è in corso di distribuzione nelle scuole di tutta Italia spiegano a insegnanti e Ata i motivi per cui il contratto è stato firmato.
“Un sindacato responsabile e serio – sostengono – non firma un contratto solo quando sa di poterne firmare uno migliore. Questo contratto noi lo abbiamo firmato perché oggi è, realisticamente, l’unico possibile. Infatti, nessuna credibile alternativa viene prospettata da chi lo contesta, semplicemente perché non è in grado di farlo”.
E rivendicano un risultato positivo: tutte le risorse disponibili sono state destinate alla retribuzione tabellare, che incide su pensione e trattamento di fine servizio.
E poi l’affondo nei confronti di Flc: “E’ sempre facile giocare ad alzare la posta, ma non è con un referendum bluff che si può ottenere un contratto migliore: un referendum così proposto assomiglia più a un atto di propaganda che a un gesto di democrazia”.
I toni sono decisamente accesi e potranno avere ripercussioni pesanti sulle relazioni sindacali, ma Flc non arretra di un millimetro e in Lombardia è già tutto pronto: a partire dai prossimi giorni si terranno più di 700 assemblee e in 563 scuole verranno aperti i seggi per il referendum. L’obiettivo ? Dire no ad un contratto già firmato e mettere le altre sigle sindacali di fronte alla responsabilità di aver sottoscritto un accordo non condiviso dalla maggioranza dei lavoratori.