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Sullo sciopero nazionale scuola del 5 maggio

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La CUB Scuola Università Ricerca considera il DdL Renzi conosciuto come “la buona scuola”, il precipitare di quanto di peggio i diversi governi, anche quelli sedicenti di sinistra, abbiano cercato di imporre alla scuola negli ultimi 20 anni con un’aggravante: l’intero progetto si basa su una proposta di scambio indecente tra assunzione a tempo indeterminato  di un certo numero di colleghi precari e il peggioramento generalizzato della condizione normativa di tutti i lavoratori della scuola.

Per questo abbiamo animato, insieme ai coordinamenti precari e ad altre OO.SS., la protesta di questi mesi; per questo, auspicando la massima unità della categoria nella chiarezza delle rivendicazioni, abbiamo indicato da subito la necessità di molte iniziative di mobilitazione, compreso lo sciopero nazionale. 

Insistiamo sulla chiarezza delle rivendicazioni perché a nostro avviso il ddl Renzi non è emendabile. Esso contiene tali e tante storture da rendere necessario il suo abbandono e la contemporanea formulazione di un piano straordinario di assunzione dei precari su tutti i posti disponibili.

In base a questi obiettivi abbiamo indetto lo sciopero del 24 aprile contro il ddl e quello di 5,6 e 12 maggio contro le ridicole e pericolose prove Invalsi. Ora vediamo che anche i sindacati istituzionali della scuola sembrano abbandonare ogni attendismo e convergono sulla data del 5 maggio per indire, anche loro, lo sciopero nazionale. Questo va nella direzione giusta ma noi restiamo guardinghi perché non scordiamo che, al tempo della protesta contro Gelmini, fu proprio un accordo separato di Cisl-Uil-Snals e Gilda col Governo a segnare la sconfitta del movimento di opposizione e proprio nel punto più alto della protesta.

Noi siamo un sindacato di base, ci siamo cioè dati l’obbligo di ascoltare i lavoratori e di agire perseguendo il loro interesse e rifuggendo logiche di bottega; registriamo oggi la forte richiesta di unità che arriva dalle scuole e ne prendiamo atto: faremo quindi la nostra parte affinché il 5 maggio sia una grande giornata di mobilitazione del personale e degli studenti ma sappiamo già che la battaglia non si concluderà quel giorno e, già da ora, invitiamo tutti a proseguire la mobilitazione bloccando le prove Invalsi anche negli altri ordini di scuola e a puntare oltre fino a raggiungere l’unico obiettivo possibile: la caduta del disegno di legge Renzi e lo stralcio dei provvedimenti di assunzione per i precari su tutti i posti disponibili, anche in organico di fatto.