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Tagli e precariato: dibattito alla Camera

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Nella giornata del 15 luglio la Camera dei deputati ha concluso l’esame di alcune mozioni concernenti misure a favore della scuola.
Come era facilmente prevedibile il dibattito ha risentito anche del clima esistente fuori dall’aula, dato che proprio nelle stesse ore in piazza Montecitorio si stava svolgendo la manifestazione dei docenti precari.
Quattro le mozioni discusse e messe ai voti: una del PD (Ghizzoni e altri), una della maggioranza (Garagnani del PdL, Goisis della Lega, Latteri del Mpa), una dell’Italia dei Valori (Zazzera) e un’altra dell’Udc (Capitanio Santolini).
Scontato il parere del Governo sui 4 documenti: contrario sulle mozioni del PD e dell’IdV, favorevole sulla mozione della maggioranza e favorevole (con proposta di qualche modifica) sulla mozione dell’Udc.
Il documento della maggioranza parte da una valutazione sostanzialmente positiva dell’iniziative fin qui realizzate dal Governo in campo scolastico e impegna l’esecutivo a proseguire sulla strada intrapresa e, in particolare, a introdurre e potenziare metodi di valutazione oggettiva degli studenti, degli insegnanti e delle scuole. La maggioranza invita poi l’esecutivo a “valorizzare l’autonomia degli istituti scolastici statali, anche mediante l’attribuzione di risorse finanziarie determinate sulla base di criteri generali e trasparenti”.
Di tutt’altro tenore, ovviamente, le mozioni del PD e dell’IdV volte a richiamare l’attenzione del Governo e del Parlamento su diverse questioni: l’insostenibilità dei tagli di organico previsti dalla legge 133/08, l’urgenza di mettere in atto un piano pluriennale per la stabilizzazione dei docenti precari, la necessità di realizzare un’ampia consultazione all’interno delle scuole superiori finalizzata a dare avvio ad un processo di riforma condiviso e partecipato.
Due passaggi della mozione del PD sono stati stralciati e, messi ai voti separatamente dal resto del documento, hanno riscosso il consenso unanime della Camera: “attuare un piano straordinario nazionale per la messa a norma degli edifici scolastici, per il risparmio energetico, per la realizzazione di laboratori e attrezzature didattiche, anche con la riduzione dei vincoli del «patto di stabilità» che blocca gli investimenti degli enti locali e lo snellimento delle procedure amministrative” ed “evitare la chiusura delle piccole scuole – in montagna e nelle isole minori – laddove queste costituiscono presidio pubblico insostituibile per l’educazione dei bambini e per la comunità”.
Nulla da fare, invece, per la mozione dell’Idv; una parte del documento dell’Udc è stato approvato all’unanimità, mentre le parti della mozione sulle quali il Governo aveva espresso parere negativo hanno ottenuto 222 voti a favore e 224 contrari: sarebbero bastati altri 3 voti a favore per aprire una piccola questione politica, ma così non è stato.