
Purtroppo Palermo è stata scossa, nella notte tra l’11 e il 12 ottobre, da un’immane tragedia che si è consumata per strada. Un ragazzo di 21 anni, Paolo Taormina, è stato ucciso davanti al locale di famiglia, nel centro del capoluogo siciliano. A ferirlo a morte un ragazzo di 28 anni, che gli ha sparato alla testa.
La ricostruzione dei fatti
Il 21enne era intervenuto per sedare una rissa. In questi giorni si riflette molto sui modelli dei giovani di periferia, spesso costituiti da gangster di serie tv e film, delinquenti di vario genere, personaggi che rendono quasi “glamour” la malavita.
Lo stesso assassino, che indossava una collana con un pendente a forma di revolver, qualche giorno prima del delitto, ha pubblicato, ad esempio, una frase pronunciata nella fiction “Il capo dei capi”.
Purtroppo anche gli stessi fatti di cronaca spesso vengono quasi imitati dai giovanissimi. Un alunno di soli nove anni, di una scuola dello Zen di Palermo, stesso rione dell’assassino, avrebbe pronunciato la frase “Ti faccio fare la fine di Paolo Taormina”. A riferirlo, come riporta La Sicilia, è stato un docente dell’istituto durante un sit-in davanti alla Prefettura, dove si è fermato il corteo di circa mille persone che hanno sfilato in silenzio, con candele accese e cartelli alzati, per dire basta alla violenza.
La denuncia del docente
“Amo il mio lavoro, io provengo dallo Zen ma ormai nel quartiere il tasso di criminalità è fuori controllo – ha detto l’insegnante parlando al microfono – Aiutateci, da soli non ce la possiamo fare. La metà dei bambini tenta ogni giorno di scappare dalla scuola o non si presenta affatto. C’è una situazione insostenibile. Aiutateci”.
“Il bambino vive nella totale criminalità. Abbiamo segnalato la questione, non succederà nulla. Difendo la mia scuola, difendo i miei bambini. Quel bambino è un futuro criminale, se lo Stato non interviene. Aiutiamo i docenti di quella scuola, aiutiamo il dirigente, in maniera concreta. Siamo da soli. Su 20 bambini 10 scappano dalle classi. Abbiamo bisogno di educatori, di presenze specializzate, i docenti non bastano. Se un bambino dice che da grande vuole fare lo spacciatore il problema non è solo nostro, non è solo della scuola, vi prego di intervenire”. ha concluso, come riporta Palermo Today.




