Home Politica scolastica Tornano gli scioperi: lezioni a rischio 8 e 17 marzo

Tornano gli scioperi: lezioni a rischio 8 e 17 marzo

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Dopo la “tregua” invernale, tornano gli scioperi nelle scuole pubbliche: il primo stop si svolgerà nel giorno della festa internazionale della donna, l’8 marzo.

Per la scuola ha aderito solo un grande sindacato: la Flc-Cgil, come annunciato in anteprima dalla Tecnica della Scuola il 22 febbraio scorso.

Sarà uno sciopero particolare. Prima di tutto perché non ha dato l’adesione alla giornata di possibile fermo del lavoro, la confederazione guidata da Susanna Camusso, la quale ha detto che ogni comparto si regolerà come crede meglio (nella PA ha aderito, assieme ai lavoratori della Conoscenza, solo il comparto dei Beni Culturali). Poi ci saranno le altre “sigle”: Usi, Slai Cobas, Cobas, Confederazione dei Comitati di Base, Usb, Sial Cobas, Usi-Ait, Usb, Sgb.

In secondo luogo, perchè si tratterà di una protesta “globale”, di stampo principalmente “femminista”, a cui hanno aderito 40 Paesi del mondo e anche la Women’s March di Washington.

 

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La coincidenza con la Giornata internazionale della donna non è casuale: l’idea è stata avviata in Argentina alcuni anni fa, per poi allargarsi a macchia d’olio. A lanciarla furono le donne di Rosario, parlando anche di sciopero “produttivo e riproduttivo”, per dimostrare che se le donne si fermano, si ferma anche il mondo.

Ogni donna lavoratrice deciderà come aderire. Senza condizionamenti: lo farà partecipando ad assemblee, dibattiti, cortei, flash mob, conferenze e letture in piazza.

Dopo nemmeno 10 giorni, è stato indetto un nuovo sciopero: si svolgerà venerdì 17 marzo.

Stavolta, però, specifico per la Scuola: la protesta è stata indetta dai sindacati di base e da diverse altre sigle, da Cobas e Unicobas fino a Usb, Anief e FederAta: l’obiettivo è dire no, principalmente, ai decreti delegati della Legge 107/15, che proprio entro quel giorno torneranno nelle “mani” del Governo per l’approvazione definitiva e le modifiche chieste da alcuni organismi istituzionali, in particolari le commissioni parlamentari che in queste ultime settimane hanno audito un alto numero di associazioni, movimenti e sindacati di categoria.

 

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