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Troppe cattive abitudini tra i minori

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Dai dati risulta che 2 su 3 dichiarano di aver bevuto almeno una volta. La percentuale arriva all’86,5% tra gli studenti di scuola superiore e, tra questi, 1 su 2 afferma di bere “abitualmente” o perlomeno “in diverse occasioni”.

Tra i ragazzi di scuola media le percentuali di trasgressori sono dimezzate (45,6%), ma pur sempre allarmanti.

Solo 6 intervistati su 10 conoscono il divieto di vendita alcolici a minori di 18 anni. Di pari passo va la mancata segnalazione del divieto (43%) nei luoghi dove sono stati acquistati gli alcolici e la disarmante percentuale del 65,6% (più di 1 caso su 2) in cui il venditore non ha verificato la maggiore età dell’acquirente. I genitori disapprovano fortemente il consumo di alcol (8 su 10) e, in più della metà dei casi (58,6%), entrambi lo hanno vietato ai figli.

Il 40% dichiara di aver provato almeno una sigaretta. Allarmante il 17,3% degli studenti di scuola superiore che afferma di averne fumate almeno un pacchetto al giorno e il 53,2% di studenti di scuola media che affermano di fumare quotidianamente fino a 5 sigarette. Per il 75% di coloro che hanno provato, la prima sigaretta è arrivata tra i 12 e i 15 anni.

1 minore su 2 fuma all’insaputa dei propri genitori. Un altro aspetto significativo è rappresentato dalla conoscenza della legge che vieta l’accesso al tabacco ai minorenni. Il 25% degli intervistati dichiara di ignorare l’esistenza del decreto Balduzzi o addirittura ritiene che il divieto sia posto ad un’età più bassa dei 18 anni. La stessa percentuale dichiara di non aver mai visto nelle tabaccherie avvisi inerenti i divieti di vendita per i minori, mentre in 7 casi su 10 i venditori non hanno mai verificato la maggiore età dell’acquirente.

1 studente di scuola superiore su 4 ha giocato almeno una volta presso punti vendita, mentre tra i più giovani (11-13 anni) la percentuale dei giocatori scende al 10,3%. Online il dato decresce sino al 16% per gli studenti delle superiori e al 7,6% per quelli di scuola media. Sul web e nei punti vendita i giochi più praticati sono le scommesse sportive (30%).

1 giovane su 2 dichiara di non aver mai ricevuto richieste di verifica dell’età da parte del personale del punto gioco.

In valori percentuali la visione di immagini porno, che nei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni si attesta al 32%, è quasi raddoppiata se prendiamo in considerazione gli studenti di scuola superiore (58,8%).

La stessa tendenza si verifica anche con i video con percentuali che balzano dal 30,5% tra i più piccoli al 58,6% dei più grandi. Un exploit correlato all’età, ma non al sesso degli intervistati, che sono in ogni caso prevalentemente maschi. La fruizione del porno avviene da soli o con amici della stessa età, attraverso tablet e telefonino (40,5% per le immagini, 36% per i filmati) o da casa attraverso un pc (29,6% per le immagini, 34,5% per i video). Negli ultimi 12 mesi inoltre circa il 30% degli studenti che hanno visto immagini o video porno, di entrambi i livelli scolastici, dichiara di averlo fatto con una certa frequenza (spesso o molto spesso).

Il 56,6% degli intervistati tra coloro che hanno acquistato porno negli esercizi commerciali dichiara di non aver mai dovuto esibire un documento d’identità. La disapprovazione da parte dei genitori si verifica per 8 studenti su 10 di scuola media e per 1 studente su 2 (55,1%) di scuola superiore.

I videogiochi non adatti ai minori sono ampiamente diffusi tra i giovani tra gli 11 e i 18 anni. Ne fa uso il 35,1% degli studenti di scuola media e il 43,5% di quelli di scuola superiore. Il videogioco viene fruito prevalentemente in casa (38%), in presenza di amici o da soli (1 su 3): in questo contesto d’uso prevale il gioco offline praticato da 4 intervistati su 10, mentre 2 su 10 dichiarano di connettersi in rete per giocare. L’acquisto dei videogames non adatti avviene nell’80% dei casi presso negozi.

Il dato più preoccupante riguarda la permissività dei genitori: seppur “sempre” al corrente dell’uso di questi prodotti da parte degli adolescenti (in 7 casi su 10), essi non impongono divieti al 70% degli studenti di scuola superiore e al 35% di quelli di scuola media.