Home Politica scolastica Twitt: “Rimanga Carrozza ministra all’istruzione”

Twitt: “Rimanga Carrozza ministra all’istruzione”

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Da Pisa a Pisa, da Enrico Letta a Maria Chiara Carrozza, entrambi pisani, appunto; mentre il primo lascia, per la seconda, secondo quando scrive La Nazione, “su twitter, impazza la richiesta a Matteo Renzi (neo premier in pectore) di confermare Maria Chiara Carrozza (anch’essa pisana e amica di Letta , nonché ex rettore della Scuola Superiore Sant’Anna) al ministero della pubblica istruzione (Miur).”
E di seguito alcuni cinguettii: Il tweet di ‘Giank’ è indicativo: “Noi studenti vogliamo #carrozzaalmiur”. Evidentemente, la ministra dell’istruzione ha raccolto molti consensi durante il suo mandato, dal 27 aprile del 2013. Due gli hashtag dedicati a questa richiesta di non rimuovere Carrozza: #carrozzaalmiur e #carrozzanonsitocca è molto cliccato.
Marco chiede a Renzi di non toccare “un ministro coraggioso e innovatore in un ‘paese’ di raccomandati”. Andrea avverte il quasi ex sindaco di Firenze: “Carrozza al Miur o il mio voto #teloscordi e anche quello di altri 10mila giovani medici!!”.
Per Marialuisa va confermato il “ministro Carrozza!! Una persona seria e competente”. Un altro internauta, che si firma come ‘Tontolone’, ritiene Carrozza “l’unico ministro competente all’Istruzione negli ultimi 15 anni”.
Danilo chiede la riconferma di Carrozza perché è “l’unico ministro ad aver dato davvero speranza ai giovani!”, Yelenia a Renzi dice: “Vogliamo un ministro ke si è guadagnato la ns. fiducia!”.
Per Roberta l’attuale ministro dell’Istruzione “sa ascoltare, valutare ed agire…il ministro merita ed è per il merito”. Anche Alex minaccia di non votare per il Pd di Renzi (“Sennò perdi i voti di tutti!!!!”) mentre Pop chiede “continuità alle riforme”.
Paese che vai, tifoseria che trovi, anche se vale sempre il dettato napoleonico: i soldi fanno la guerra; e senza soldi non si canta messa, che è altro dettato popolare. E se non ci sono soldi (così almeno finora si è spergiurato e giurato), chiunque occuperà la poltrona del Miur potrà fare ben poco per la scuola e per risolvere in modo definitivo i suoi ingarbugliatissimi problemi.