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Ue, l’Italia spende poco e male per l’istruzione. E ne spenderà ancora meno

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Il vicepresidente della Commissione Ue per gli Affari finanziari Valdis Dombrovskis, commentando la messa in mora nei confronti del nostro paese per il debito eccessivo, ha detto: « L’Italia spende per il debito pubblico quanto investe nell’istruzione. Le recenti politiche dell’Italia hanno inflitto danni».

Spesa per interessi altissima ma crescita zero

E poi, citando il peso della spesa per interessi nel 2018 sempre più alta di circa 2,2 miliardi (a quota 65 miliardi contro 62,8 miliardi precedenti), ha sottolineato: «si tratta di un spesa pari all’intero costo del sistema scolastico nazionale. Di un peso medio di 38.400 euro per abitante, con un costo pro capite per servire il debito di circa mille euro» e nonostante tutto, ha chiosato,  la crescita «è pressoché ferma».

Spesa in istruzione poca e male, e in diminuzione

Sappiamo bene, conferma Il Sole 24 Ore, che l’Italia spenda poco per istruzione rispetto alla media Eu, ma oltre a spendere poco spende anche male. Ma non finisce qui per il quotidano econimico il suicidio italiano: “Al netto della preoccupazione per il fatto che la spesa per interessi non sembra destinata a scendere -anche perché notoriamente l’instabilità politica tende a farla salire – va sottolineato che in futuro la parte di “torta” dedicata all’istruzione tenderà a contrarsi ancora. A dirlo è il Documento di economia e finanza (Def). A pagina 99 del Def – come evidenziato su Scuola24 del 17 aprile– è scritto che la spesa per questo settore rispetto al Pil scende al 3,5 per cento. Nel 2025 si passa al 3,3; nel 2030 al 3,2; nel 2035 al 3,1 per cento”.