Home Politica scolastica Unicobas vs Flc, il leit-motiv dell’estate

Unicobas vs Flc, il leit-motiv dell’estate

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La polemica fra Stefano d’Errico (Unicobas) e Mimmo Pantaleo (Flc-Cgil) sta ormai diventando uno dei let-motiv di questa estate.
E’ di poche ore fa l’ennesimo comunicato del segretario del piccolo sindacato di base che da più di un mese sta cercando di diventare un punto di diventare il catalizzatore del diffuso malcontento di docenti e Ata per le scelte e gli annunci del ministro Giannini e del suo sottosegretario Reggi.
Per chi si fosse perso le puntate precedenti ricordiamo che qualche giorno fa il segretario dell’Unicobas aveva diffuso la notizia di un incontro riservato fra Reggi e Pantaleo in cui si sarebbe discusso dell’orario di lavoro dei docenti. Pantaleo ha smentito categoricamente ma i chiarimenti del segretario della Flc non bastano a d’Errico che, tra l’altro reagisce all’accusa di aver messo in circolazione notizie false, suggerendo una attenta lettura della voce “calunnia” del dizionario Devoto-Oli
E poi a d’Errico non piace che Pantaleo parli dell’Unicobas come di un sindacato minoritario e ricorda che all’epoca del concorsone furono proprio i sindacati “minoritari” a promuovere uno degli scioperi più partecipati della storia della scuola italiana, a seguito del quale il minsitro Berlinguer fu costretto a dimettersi. Sembra quasi che d’Errico voglia dire: “Certo, noi siamo Davide e la Cgil è Golia; ma sappiamo tutti come si concluse la sfida biblica”.
Ma, questioni linguistiche e storiche a parte, d’Errico polemizza sull’idea di Pantaleo e della Flc di “portare a trasparenza tutti i carichi di lavoro dei docenti”: si tratta – dice d’Errico – del solito gergo sindacale che nasconde, di fatto, il consenso sulla proposta Reggi-Giannini di rivedere l’orario di lavoro e gli obblighi di servizio dei docenti.
E’ pur vero, riconosce d’Errico, che la Flc parla anche di “introdurre e regolare nel contratto la possibilità (volontaria e adeguatamente retribuita) di poter accedere a un orario di lavoro potenziato per incarichi funzionali e di natura organizzativa nell’ottica di una scuola aperta alle esigenze del territorio”, ma – per l’appunto – è solo in questo caso che si fa cenno alla volontarietà del maggiore impegno mentre sull’orario ordinario e sul “lavoro potenziato” si lascia tutto nella nebbia.
In realtà il timore dell’Unicobas (ma anche di altre sigle del sindacalismo di base e degli stessi coordinamenti di docenti precari che hanno preso parte alle manifestazioni del 14 e del 15 luglio) è che l’orario più o meno potenziato e la possibilità di coprire le supplenze con prestazioni straordinarie più o meno volontarie dei docenti di ruolo riducano le opportunità di lavoro dei precari.
Intanto, va registrato il fatto che siamo arrivati a fine luglio e del decreto legge in materia di scuola preannunciato dal Ministro non c’è ancora nessuna traccia.
Nelle prossime ore ci sarà al Ministero un incontro con i sindacati per discutere di assunzioni e forse sarà l’occasione per capire se qualcosa sta “bollendo in pentola”.