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Università in carcere: incremento di studenti del 18,5%

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La Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari (CNUPP), che fu istituita dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) nel 2018, raggiunge quest’anno i 3 anni di vita e la conclusione del mandato del primo consiglio nazionale, presieduto dal Prof. Franco Prina, delegato per il Polo Universitario Penitenziario del Rettore dell’Università di Torino, ateneo tra i fondatori della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, essendo stato il primo in Italia a costituire un Polo Universitario in carcere a partire dagli anni 90. 

In occasione della conclusione del primo triennio di vita la CNUPP ha organizzato lo scorso  7 maggio un seminario dal titolo “Il Diritto agli Studi Universitari in Carcere: Tre Anni di Esperienza della Cnupp e Prospettive”, per fare il punto della situazione su questo segmento del panorama dell’istruzione in Italia.

A livello nazionale, nell’anno accademico in corso, sono 1.034 gli studenti detenuti iscritti, con un aumento di quasi il 30% nel corso degli ultimi tre anni; tra loro 109 (10,5%) si trovano in regime di esecuzione penale esterna, 549 (53,1%) scontano una pena in carcere in circuiti di media sicurezza, 355 (34,3%) in alta sicurezza, e 21 (2,1%) in regime 41bis. Le studentesse sono 64, quindi il 6,2% del totale degli studenti. 

I dati

Dal seminario sono emersi numerosi dati sulla popolazione universitaria presso i penitenziari italiani. Dal 2018 ad oggi, negli atenei aderenti alla CNUPP gli studenti attivi sono aumentati, con un incremento del 18,5%; gli Istituti Penitenziari in cui operano i Poli Universitari Penitenziari sono passati da 70 a 82. Tra le notizie più interessanti spicca quella relativa al notevole incremento della componente femminile, che passa da 28 studentesse nel 2018-19 a 64 nel 2020-21, con una crescita di oltre il 128%.

Sono circa 200 ad oggi i dipartimenti universitari, che corrispondono al 37% dei dipartimenti presenti nei 32 atenei coinvolti.

Il seminario ha anche resi noti i numeri degli iscritti ai vari corsi di laurea, per cui 896 sono coloro dei corsi di laurea triennale (87%), e sono 137 quelli che frequentano corsi di laurea magistrale (13%). In merito alle aree disciplinari, quelle più frequentate dagli studenti in regime di detenzione sono quella politico-sociale (25,4%) seguita dall’area artistico-letteraria (18,6%), area giuridica (15,1%), area agronomico-ambientale (13,7%), area psico-pedagogica (7,4%), area storico-filosofica (7,3%), area economica (6,5%) e altre aree (6%).

Il polo torinese ha in particolare resi noti i dati relativi alla sua storia accademica, come esempio dei mutamenti intercorsi negli ultimi decenni, dichiarando con soddisfazione che sono attualmente 60 gli studenti iscritti a UniTo, non solamente nella Casa circondariale Lorusso e Cutugno, ma anche nella Casa di Reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo (14). Dei 60 iscritti, 11 stanno completando gli studi dopo aver lasciato il carcere e aver ottenuto misure alternative. Stanno seguendo corsi di studio triennali (52) e magistrali (8), afferenti ai dipartimenti di Culture, politica e società (36), Giurisprudenza (18), Matematica, Psicologia, DAMS. Nell’ultimo anno si sono laureati 5 studenti.

Obiettivi della Conferenza Nazionale

La CNUPP ha anche ribadito i propri obiettivi, tra i quali quello di migliorare la qualità della formazione delle persone detenute impegnate in percorsi di studio universitario promuovendo l’innovazione, attraverso modelli didattici, come quelli per esempio che migliorino l’adozione di strumenti per la didattica a distanza, pensando oltre la pandemia. Inoltre, si punta a migliorare le performances degli studenti, cercando di limitare gli abbandoni, incrementando gli esami sostenuti e i laureati, lavorando al raccordo tra istruzione secondaria superiore all’interno degli Istituti e Università. 

Impegni sono inoltre previsti sul fronte della formazione del personale dell’Amministrazione Penitenziaria (polizia penitenziaria e operatori dell’area trattamentale), nonché sullo sviluppo di attività di ricerca sulle problematiche carcerarie. 

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