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Università, parte la lotteria dei test per accedere ai corsi a numero chiuso

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La fine dell’estate è ormai da alcuni anni contrassegnata dalle polemiche per l’accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso. Anche il 2011 non si sottrae da questa tradizione italica. Ad avviarle, in occasione del primo giorno di selezioni, svolte in alcuni atenei privati, questa volta è stato il Codacons: l’associazione di consumatori minaccia il Miur, dopo averlo diffidato nei mesi scorsi, di avviare una class action per gli esclusi ai test di ammissione alle facoltà universitarie.

A prepararla è il Codacons, il ministero dell`Istruzione: “i test di ammissione – denuncia il presidente Marco Donzelli – sono lesivi del diritto allo studio e alle professioni, garantito dalla Carta Costituzionale agli articoli 3, 33 e 34. Inoltre il libero accesso alle professioni è tutelato anche da direttive comunitarie ed è restrittivo della concorrenza. Per questo – prosegue – se sarà ammessa la class action, non solo ci saranno una valanga di adesioni da parte degli studenti universitari non ammessi alle varie facoltà, ma si tratterà anche degli ultimi quiz“.
Il numero chiuso all’università è “assurdo, antistorico e privo di qualunque logica – ha aggiunto Donzelli – Peraltro i test di ammissione, con domande di cultura generale, non selezionano certo quelli che saranno, ad esempio, i medici migliori. Per migliorare la qualità della nostra sanità la selezione andrebbe fatta durante gli anni universitari, attraverso esami più selettivi e non certo con un test di un centinaio di domande da risolvere in qualche ora“. Un esempio da imitare potrebbe essere quello della Francia, dove le matricole del corso di medicina hanno l’obbligo di terminare il primo anno avendo sostenuto tutti gli esami, così la selezione avviene sulla base dei meriti reali.
Ricorsi a parte, i test continuano ad essere attuati in tutte le Facoltà dove non è previsto l’accesso libero. Nel corso dei prossimi giorni verranno somministrati a decine di migliaia di candidati, la gran parte neo-diplomati, interessati ad iscriversi a corsi con un numero di posti limitati. Il “battesimo” del 30 agosto ha visto coinvolte l’Università Cattolica di Roma e Milano, dove il numero di concorrenti è ormai in costante crescita. Solo nell’ateneo del capoluogo lombardo si sono presentati (dopo aver pagato 120 euro di tassa d’iscrizione) oltre 7.300 candidati, 2mila in più rispetto al 2010, per appena 282 posti. Ed altri 567 hanno tentato l’accesso ad Odontoiatria (32 posti). Numeri analoghi hanno riguardato la capitale. I primi di settembre si procederà alla verifica orale. La prossima settimana sarà anche la volta delle Università pubbliche: si comincia lunedì 5 settembre, alle ore 11, con Medicina e Odontoiatria (da quest’anno la prova sarà unificata e c’è la novità di alcune atenei che proporranno una selezione aggiuntiva in lingua inglese), il 6 settembre sarà la volta di Veterinaria, il 7 settembre toccherà ai candidati in architettura, per chiudere giovedì 8 settembre con gli aspiranti alle professioni sanitarie (infermieri, fisioterapisti, tecnici di radiologia, ecc.). Attraverso il decreto ministeriale emesso a giugno è stato stabilito che quest’anno durante le prove di ammissione verrà dato più spazio ai quesiti logico-deduttivi. Inoltre, ad ogni potenziale futuro corsista verrà proposta una ‘batteria’ di domande con contenuti sempre più attinenti alla professione che vorrebbe svolgere. Per i futuri camici bianchi, ad esempio, la prova consiste nella soluzione di ottanta quesiti che presentano cinque opzioni di risposta, di cui il candidato ne deve individuare una soltanto, scartando le conclusioni errate, arbitrarie o meno probabili: gli argomenti riguarderanno la cultura generale, molte delle quali comprendenti un ragionamento logico (40 domande complessive), la biologia (18), la chimica (11), la fisica e la matematica (11). La valutazione delle risposte avverrà in questo modo: 1 punto per ogni risposta esatta; meno 0,25 punti per ogni risposta sbagliata; 0 punti per ogni risposta non data. Ma la regola non vale per tutti: per le professioni sanitarie sarà ad esempio consentito allo studente di esprimere nella domanda di ammissione fino a tre opzioni, in ordine di preferenza”. Per arginare il fenomeno degli spostamenti “mirati” degli anni passati, con una parte dei candidati che per avere più probabilità di successo si spostavano nelle sedi con meno aspiranti, il Miur ha stabilito che le prove selettive avranno una valenza regionale: per la prima volta un candidato potrà quindi concorrere per più sedi.