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Usa, si vota non solo per il Presidente: in ballo anche l’addio alla segregazione degli allievi neri

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Il 6 novembre non sarà solo il giorno in cui si decideranno il prossimo presidente degli Stati Uniti, la composizione della Camera e di un terzo del Senato, undici nuovi governatori e la composizione di gran parte delle assemblee statali. A livello statale e locale, una parte dei cittadini degli Stati Uniti saranno infatti anche chiamati ad esprimersi su ben 176 referendum. Tra cui quello, che ha già fatto tanto discutere, sulla legalizzazione del matrimonio tra omosessuali: per la prima volta una piccola parte degli elettori americani dovrà esprimersi su questo argomento. Secondo i sondaggi, il `sì` dovrebbe vincere ovunque, ovvero in Maine, Maryland e Washington: in questi ultimi due Stati è già stata approvata una legge a favore dei matrimoni omosessuali.
Gli Stati dove si terranno i referendum sono 38, secondo i dati forniti dall`Initiative and Referendum Institute dell`Università della Southern California: i promotori credono che serviranno anche a spingere un numero maggiore di elettori – magari poco interessati alla `grande` politica – ad andare a votare. In Florida, per esempio, uno degli Stati in bilico più importanti, i repubblicani hanno proposto diversi referendum per motivare i propri elettori, tra cui quello per finanziare con soldi pubblici i gruppi religiosi e per abrogare una parte della riforma sanitaria di Barack Obama, tema che sarà affrontato alle urne anche in Alabama, Montana e Wyoming.
Altro tema su cui diversi Stati si esprimeranno è quello della legalizzazione della cannabis, presentato agli elettori di Colorado, Oregon, Washington e, per uso medico, Arkansas e Montana.
I californiani dovranno invece esprimersi su undici referendum, tra cui quello sulla pena di morte, l`etichettatura degli Ogm e l`aumento delle imposte per finanziare le scuole.
In Alabama, si voterà invece per abolire dalla Costituzione i riferimenti alla “separazione degli studenti in scuole per bianchi e scuole per neri“. A tal proposito, vale la pena ricordare che la Costituzione è stata ratificata 111 anni fa, ma l’emendamento è del 1956, inserito per cercare di limitare gli effetti di una sentenza federale anti-segregazione. In ogni caso, nel 2012 i tempi per una separazione a dir poco anacronistica sembrano sufficientemente maturi.