Home Politica scolastica Venerdì inizia l’autunno caldo della scuola: manifestazioni in 50 città

Venerdì inizia l’autunno caldo della scuola: manifestazioni in 50 città

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Parte ufficialmente venerdì prossimo 7 ottobre l’autunno caldo della scuola italiana, con diverse manifestazioni studentesche in circa 50 città italiane: a Roma partirà un corteo da Piazzale Ostiense, a Milano da Largo Cairoli, a Napoli da Piazza Garibaldi, a Torino da Piazza Arbarello, a Bari concentramento in Piazza Umberto. Sarà la prima mobilitazione nazionale degli studenti nel nuovo anno scolastico, in attesa del primo sciopero generale di docenti e personale Ata già fissato per il 21 ottobre dai sindacati Usb, Unicobas, Usi “per la difesa dei diritti del lavoro e dello stato sociale”.

La protesta di venerdì, scrivono le agenzie di stampa, organizzata da Rete degli studenti medi, Unione degli Studenti e Unione degli Universitari, “inonderà le piazze di tutta Italia per dire no alle disuguaglianze: vogliamo una legge nazionale sul diritto allo studio perchè migliaia di studentesse e studenti, da Nord a Sud, sono esclusi dall’accesso ad un’istruzione gratuita e di qualità; no alla scuola-azienda: vogliamo contrastare un modello di impresa basato sulla competizione e la valutazione punitiva, perchè esigiamo una scuola democratica e inclusiva; no ad un’alternanza scuola-lavoro come sfruttamento: vogliamo imparare a saper fare in percorsi che siano realmente formativi, al di fuori da ogni logica di sfruttamento e in aziende altamente qualificate; no al preside manager: vogliamo decidere insieme in assemblee partecipate da tutti coloro che vivono la scuola ogni giorno.

 

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 Nessuno deve più subire le decisioni autoritarie, ma contribuire a realizzare l’altra scuola possibile; no alla privatizzazione dei luoghi del sapere, che non permette di valorizzare la conoscenza come strumento contro malessere sociale e negazione dei diritti; no alla riduzione degli spazi di decisione di giovani e studenti, per rivendicare un posto fondamentale nella determinazione delle nostre vite in modo consapevole, critico e partecipato; no ad un futuro precario e all’imposizione di logiche di mercato nei luoghi della formazione, perchè ostacolano la libera scelta dei percorsi di studi”.