
La virilità, i principi Wasp (bianchi, anglosassoni, protestanti), l’America prima di tutto, più altri luoghi comuni suprematisti hanno preso il sopravvento col Presidente Donald Trump che li vuole diffondere urbi et orbi, come se nascondendo foto e libri, giornali e pubblicazioni il problema della presenza nera o del gender si potesse risolvere.
Il senso sembrerebbe essere quello del forgiare una società ancora più bianca e maschile, indebolendo le garanzie destinate a donne, comunità LGBTQ+, afroamericani e ispanici. “E non sorprende che il piano includa il passato: se non si può alterare la realtà, si tenta di riscriverla”.
Dunque, l’obiettivo suo e del suo staff è quello di modellare la società secondo il loro modo di pensare e di vedere il mondo, e renderla più bianca e più virile, ripitturando le pareti del passato: quello che c’è sotto è altra cosa, intanto di imbianca.
Come le stanze del Pentagono da dove sono state tolte migliaia di foto e di post che raccontano la diversità “razziali” e “sessuali” nelle forze armate americane: decine di migliaia di immagini, saranno rimosse da siti e account social dove erano state pubblicate. Un po’ come si fa coi bimbi piccoli ai quali non si fanno vedere certi film per non impressionarli dal momento che è il padre-padrone a stabilire e scegliere per tutti.
Secondo alcune fonti sarebbero 26 mila le immagini che verranno eliminate: “Un ufficiale, che ha parlato a condizione di anonimato per fornire dettagli che non sono stati resi pubblici, ha detto che l’eliminazione potrebbe cancellare fino a 100 mila immagini”, e tutte a spese delle donne, per esempio, che fanno parte dell’esercito americano dal 1942 con il Women’s Army Corps.
Addirittura una foto con equipaggio tutto al femminile che supporta i combattenti è vuota, mentre rimane lo sfondo blu con la didascalia che però non si riferisce a nulla.
E si cancella a spese soprattutto dei neri, donne e uomini, che hanno servito nell’esercito anche quando negli Usa vigeva ancora la segregazione razziale e cancellando perfino i piloti afroamericani che hanno combattuto durante la Seconda guerra mondiale. Insomma, un colpo di scure a tutto ciò che non riguarda bianchi, maschi e eterosessuali.
E in questa foga iconoclasta è stato pure colpito, e abbattuto, perché scomparso dalle scena, il famoso ritratto dell’aereo “Enola Gay”, quello che sganciò la bomba atomica contro Hiroshima, e non già per la strage che fece di civili in Giappone, più stupidamente perché lil suo nome richiama i gay, dimenticando perfino che l’aereo fu chiamato così in omaggio alla madre di Paul Tibbets, il pilota del bombardiere, e che il cognome Gay è molto diffuso, tant’è che sono state fatte scomparire perfino le foto di un sergente maggiore col cognome Gay.
Sembra inoltre che molti account con reperti similari non avrebbero più le credenziali di accesso.
Ma a rischio sarebbe persino un pesce il cui nome scientifico si riferisce al concetto di “gender”, e a rischio sarebbero anche le fotografie di donne pioniere nel mondo militare, premiate per i loro risultati in settori storicamente dominati dagli uomini.
Trump non ha ancora previsto il confino per gli oppositori, ma sulla censura non ci scherza.