
La preside di un centro per l’istruzione degli adulti di Firenze sud e Mugello, Annarita Fasulo, avrebbe chiesto alle proprie docenti di informare tutte le studentesse, per lo più straniere, di non presentarsi più in classe con i loro figli piccoli perché questo avrebbe comportato problemi di sicurezza, oltre a rallentare l’insegnamento.
L’informativa, dopo una norma interna che ha costretto numerose donne (quasi tutte straniere) a interrompere la scuola.
Sembra tuttavia che alcune vivano nei centri di accoglienza e non avrebbero nessuno a cui lasciare i figli, motivo per cui, mentre prima era concesso portare con sé i bimbi, a cominciare da quest’anno, non possono più farlo. Da qui la protesta davanti alla scuola in cui facevano lezione.
Ma a questa protesta si è legata anche quella relativa a una docente a cui non è stata consentita la riduzione dell’orario lavorativo per allattamento, un diritto delle lavoratrici dipendenti che consente di avere due o un’ora di riposo al giorno per prendersi cura del proprio bambino. E come se non bastasse, si legge sul Corrierefiorentino, la preside avrebbe pure sanzionato la docente accusandola di averla tenuta all’oscuro del fatto che lei stava lavorando senza la riduzione per allattamento.
Non si capisce bene il motivo dell’accusa che la dirigente rivolge alla collega, ma non pare un motivo così dirompente e macroscopico, anche perché è vero che è un diritto la riduzione d’orario per allattamento, ma è anche vero che una docente può pure non avvalersene o di avvalersene nel momento in cui dovessero sopraggiungere motivi particolari. Il fatto che venga negato il permesso, perché non sarebbe stato segnalato a suo tempo, appare una forzatura.