Home Attualità Voleva attaccare la sua scuola e istigava al Jihad

Voleva attaccare la sua scuola e istigava al Jihad

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Grazie alle indagini della Polizia postale e delle Digos di Trieste e di Udine, come già scritto dalla Tecnica della Scuola, è stato bloccato un giovane nel cui zaino gli agenti hanno trovato diversi documenti in lingua araba e una bandiera dell’Isis realizzata manualmente dal ragazzo, mentre nella sua abitazione hanno sequestrato ingente materiale informatico.

Il ragazzino, nonostante la sua età, si proponeva come figura di raccordo con organizzazioni terroristiche internazionali, allo scopo di aiutare e assistere i combattenti che intendevano recarsi nei territori di guerra.

Il giovane – da quanto si legge su Rainews – amministrava due gruppi chiusi e diversi canali di propaganda a favore dellIsis, istigando altri utenti a commettere “delitti di terrorismo e contro l’umanità”

Secondo gli investigatori, sarebbe stato pure pronto a realizzare un dispositivo rudimentale per compiere un’azione nella scuola che lui frequentava per aver fatto propaganda pro Isis via Telegram.  

La complessa attività di indagine, avviata nel mese di dicembre 2016, era finalizzata, scrive Rainews,  all’identificazione dei membri del canale Telegram denominato “Khilafah News Italia”, frequentato da circa 200 utenti, dove  venivano pubblicati messaggi testuali, immagini, video e audio: tra i tanti, la traduzione in italiano del testo di rivendicazione dell’attentato di Berlino del 19 dicembre 2016. 

Lhashtag #califfatoIT, presente in tutti i contenuti pubblicati sul canale Telegram, “aveva una doppia funzione – spiega la Polizia – quella di indirizzare i contenuti a tutti i sostenitori e simpatizzanti dello Stato Islamico presenti sul territorio nazionale, nonché di indicare a livello internazionale la presenza di una ‘sezione’ italiana attiva”.

Tra le tante domande analizzate: “Salve, come faccio a far passare una cintura esplosiva attraverso le porte automatiche?”.

Nei confronti del minorenne è stato avviato un percorso di recupero e deradicalizzazione, reso possibile dallo “scollegamento” del giovane dalla rete del ‘cyber jihad’. Il giovane, inoltre, verrà affiancato da un imam perchè apprenda una visione più ampia dell’Islam.