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Insegnanti religione cattolica: da Toccafondi non solo il danno ma anche la beffa

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Lettera aperta all’onorevole Gabriele Toccafondi di Italia Viva

On. Toccafondi,
nel momento che lei ha presentato il suo emendamento, in materia di reclutamento del personale docente di religione cattolica, ha l’obbligo di chiarire al parlamento e ai diretti interessati cosa si nasconde dietro la proposta più confusa che sia mai stata presentata a danno di una categoria di docenti.
Tanto confusa e tanto dannosa da far pensare che lei, On. Toccafondi, non abbia potuto fare tutto da solo, ma abbia avuto il sostegno almeno di un sindacalista e di un esperto, per essere, come si dice, in buona Compagnia.
Un bella Compagnia che farà di una sistemazione attesa da quindici anni da parte dei docenti di religione cattolica, un grandioso mercato delle “vacche”, per corsi di preparazione e vendita dei soliti costosi e inutili libri. Sarebbe una cosa normale per il personale della scuola italiana se questo business non fosse già in preparazione da alcuni anni, tanto da far intervenire nel gennaio 2018 Mons. Galantino con una circolare alle Curie per allertarle sul fenomeno di corsi troppo costosi per un concorso ancora da bandire.
I docenti di religione la ringraziano On. Toccafondi perché ha voluto dare loro oltre al danno anche la beffa, infatti da “buon tempone fiorentino” lei ha diviso il reclutamento in due concorsi:
Il primo ordinario selettivo per il 50% dei posti disponibili per titoli e prove selettive;
Il secondo riservato selettivo per il 50% dei posti rimanenti per titoli e prove selettive che lei ha avuto la bontà di riservare alle reclute che hanno più di tre anni, anche non consecutivi, di servizio.
Riassumendo, sono due concorsi selettivi sia per le nuove reclute, sia per i veterani che aspettano un atto di giustizia e di rispetto da 15 anni, giustizia e rispetto che non sono stati considerati nel suo emendamento. Ci dica onorevole, ci sveli l’arcano, ma chi le ha consigliato un tale reclutamento?

Potevate risparmiare ai docenti veterani il disprezzo di chiamare riservato un concorso per titoli e prove.
Chiamatelo ordinario e vendete i vostri libri!
Se poi mi permette un’ultima annotazione, ho sentito l’intervento a sostegno del suo emendamento da parte di un onorevole di cui non ricordo il nome, ma che mi è sembrato della sua stessa Compagnia che parlava di un doveroso atto di selezione per ottenere la qualità necessaria a educare i nostri ragazzi (cito a memoria).
Se non trattassimo della vita professionale di gente che lavora e che educa i nostri ragazzi da decenni, penserei che in parlamento vi raccontate le barzellette per ingannare il tempo, poiché affermare in Italia che un concorso pubblico serva a selezionare la qualità del personale, è una tragica barzelletta.
La saluto, con la speranza che questo governo vada a casa il prima possibile perché ormai avete toccato il fondo.

Prof. Francesco Sansone 
Segreteria Nazionale CONFSAL – ANAPS