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A Torino è guerra sui posti di sostegno assegnati a docenti senza titolo

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Come da diverse estati a questa parte anche quest’anno a Torino ritorna il problema  degli utilizzi su posti di sostegno.
Il contratto integrativo nazionale prevede che i posti di sostegno disponibili per l’intero anno debbano essere attribuiti innanzitutto al personale specializzato e solo in via subordinata a docenti in ruolo ma senza titolo specifico.
Ad essere precisi il contratto consente di assegnare i posti ai docenti di ruolo senza titolo ma solo a condizione che siano in posizione di soprannumero.
A Torino (caso più unico che raro) Amministrazione e sindacati rappresentativi si sono accordati diversamente e così succede che nel capoluogo subalpino i posti di sostegno per i contratti a tempo determinato sono quelli che restano disponibili dopo le utilizzazioni del personale di ruolo anche senza specializzazione.
La vicenda va avanti da almeno 5 anni e non ha ancora trovato una soluzione, nonostante le proteste di precari e famiglie.
L'”accordo” è stato recepito anche quest’anno da una apposita circolare dell’Ufficio provinciale del Miur e anche quest’anno i Cobas della Scuola sono intervenuti per denunciare quella che definiscono una vera e propria “vergogna torinese”.
E citano il passaggio del CCNI che regolamenta la questione: “Le operazioni per la copertura dei posti di sostegno, mediante utilizzazione a domanda dei docenti non forniti del prescritto titolo e titolari su posto comune,saranno disposte dopo aver accantonato un numero di posti di sostegno corrispondente ai docenti specializzati aspiranti a rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato”(cioè – chiosano i Cobas – personale incluso in graduatorie ad esaurimento, in quelle di IV fascia e in quelle di 1° e 2° Fascia d’Istituto).
Già in passato la vicenda aveva provocato proteste anche molto vivaci, questa volta i Cobas se la prendono anche con i sindacati e denunciano: “Ma è mai possibile che i sindacati ‘rappresentativi’ regionali (la Flc/Cgil, in particolare), quelli che si vantano di difendere la legge 104, la scuola italiana e la cultura dell’integrazione, in totale segretezza e senza alcun comunicato ufficiale siglano accordi che permettono a docenti senza alcuna specializzazione di operare sul sostegno?”
Perché, sostengono i Cobas, in questo caso non si tratta solo di difendere i diritti dei precari ma anche di garantire i diritti degli alunni disabili ad avere un adeguato intervento di integrazione.