Home Politica scolastica Abolizione valore titolo di studio: stava nel programma della Loggia P2

Abolizione valore titolo di studio: stava nel programma della Loggia P2

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Secondo Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas, l’idea dell’abolizione del valore legale del titolo di studio arriva da lontano: “Sì – spiega il segretario – si tratta proprio di un punto del programma della Loggia P2, anzi per la verità si tratta dell’unico punto che non è ancora stato realizzato”.
“D’altronde –
prosegue d’Errico – c’è persino una proposta di legge presentata alla Camera dalla deputata 5 Stelle Maria Pallini che prevede la sparizione per i concorsi pubblici di ogni riferimento al voto di laurea.Senza dimenticare che, secondo il sottosegretario al ministero dell’interno Sibilia del M5S, una misura del genere potrebbe ‘rispecchiare in pieno i princìpi costituzionali di uguaglianza e di libertà’ “.

“Già nel 2013 – ricorda ancora d’Errico – il deputato Paolo Grimoldi della Lega presentò una proposta di legge che chiedeva l’abolizione tout court del valore legale dei titoli di studio. L’obiettivo dichiarato era quello di ‘eliminare quel meccanismo un po’ perverso che non premia i meritevoli, bensì coloro che sono stati favoriti in virtù di votazioni più alte, ottenute in istituti scolastici e università meno scrupolosi a valutare l’effettiva preparazione degli allievi’ “.

“Siamo al paradosso – sottolinea il segretario Unicobas – l’Italia è agli ultimi posti in Europa proprio per numero e percentuale di laureati, ma i nostri governanti, invece di preoccuparsi sia per la penuria (con l’obiettivo di annullarla), sia per lo scadimento profondo della qualità dei laureati, vogliono far entrare tutti senza distinzioni di sorta, anzi, magari a cominciare dai meno preparati, così avremo cose ancor peggiori di quel che già abbiamo, ancora più medici che non sanno né curare né operare, avvocati che non conoscono neppure le regole della grammatica, insegnanti del tutto analfabeti ed incapaci persino di comprendere un testo di facebook, ingegneri ed architetti che rinnovelleranno i fasti italici come quelli del ponte Morandi”.

“Questo grande risultato – conclude ironicamente d’Errico – sarà raggiunto in modo ‘strutturale’: finalmente si raggiungerà una grande, conclamata e ‘paritaria’ ignoranza (questo è il ‘cambiamento’ per un futuro di sicurezza e prosperità)! Vogliamo augurarci che un simile cambiamento non venga mai realizzato.”