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Alla maturità con la media del 6, coro di no: inutile studiare se tutti ammessi

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Continua a far discutere l’accesso alla maturità con la media del 6, che supera l’attuale normativa che impone invece la sufficienza in tutte le materie.

Qualche giorno fa i nostri lettori sono stati informati della novità, contenuta “Schema di decreto legislativo recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato”: subito dopo aver appreso della novità, ora all’esame delle commissioni parlamentari e delle osservazioni delle associazioni verranno audite, sul portale Facebook della Tecnica della Scuola abbiamo assistito ad un susseguirsi di commenti. Per lo più negativi.

Alcuni anche oltre le “righe”, con giudizi e aggettivi pesanti verso il Governo che ha promosso la legge delega. Perché la media del 6 per fare gli Esami di Stato, con gli studenti che possono presentarsi alle prove avendo sul “groppone” una o più insufficienze gravi, viene considerata come una sorta di resa delle istituzioni dinanzi alla riduzione dei livelli di preparazione e di conoscenze degli allievi.

La pensa così anche la Lega Nord. Il suo capogruppo al Senato, Gian Marco Centinaio, non usa mezzi termini per dirlo.

Anzi, la sua uscita è decisamente velenosa. “Da un ministro dell’istruzione senza laurea non poteva che nascere una scuola di asini. Il completo appiattimento dell’istruzione italiana si è drammaticamente completato con l’arrivo della Fedeli che altro non ha fatto che impartire il colpo di grazia con il suo beneplacito al 6 politico“, dice il senatore.

 

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“Alla fine – aggiunge – ce l’hanno fatta a disincentivare totalmente i ragazzi a studiare. Con il 6 di media, compreso anche il voto in condotta, si andrà infatti all’esame di maturità. Vale a dire: “ragazzi è inutile studiare, sarete tutti ammessi. E anche se poi non prenderete una laurea potrete diventare ministri”.

Non si era mai visto un ministro dell’istruzione con in mano il solo diploma e neanche una scuola così del tutto inutile: che non insegna, non trasmette valori e non dà lavoro”, ha concluso Centinaio.

Non tutti la pensano, comunque, allo stesso modo: tra i fautori della norma vi è, per esempio, l’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, secondo cui “invece di pretendere che gli studenti siano bravi in tutto, con la sufficienza obbligatoria in tutte le materie dovremmo capire che ci sono materie in cui una persona eccelle e altre materie in cui non si riesce ad andare bene”.

E le polemiche continuano.

 

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