Home Archivio storico 1998-2013 Ordinamento Anche gli studenti contro la riforma degli organi collegiali

Anche gli studenti contro la riforma degli organi collegiali

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Mentre i docenti sull’argomento restano piuttosto tiepidi, e mentre molti politici, specialmente di area Pd, si sforzano di spiegare che le scuole avranno più autonomia e che non ci sarà la temuta privatizzazione, l’Unione degli Studenti ha pubblicato una scheda tecnica aggiornatissima, comprensiva dei recenti emendamenti e con un titolo che è una stroncatura totale: “Vendesi scuola pubblica”.
L’analisi dettagliata vuole dimostrare che la riforma oscilla pericolosamente tra un’autonomia statutaria senza controllo, un neocentralismo governato dall’Invalsi ed una insidiosa entrata dei privati.
In base al testo del ddl 953, aggiornato agli ultimi emendamenti approvati in Commissione Cultura della Camera, il consiglio dell’autonomia di ciascuna scuola è l’organo competente a deliberare lo statuto, “sottoposto al controllo formale da parte dell’organismo istituzionalmente competente”, senza però che sia precisato quale. Questo aspetto di autonomia troppo “spinta” è stato fortemente contrastato anche da alcuni sindacati. La Gilda degli insegnanti parla infatti di un progetto i legge “scellerato” e “pericolosissimo”, mentre la Flc Cgil evidenzia il rischio di una frantumazione del sistema nazionale d’istruzione.
È vero che, nell’ultima versione, i due membri esterni al CdA non sono più riconosciuti come membri di diritto, ma “possono” entrare solo con il voto favorevole di almeno i 2/3 del consiglio e senza diritto di voto, tuttavia -osserva l’Unione Studenti- gli “esterni” restano negli altri articoli del testo, possono influire sul Pof e creare situazioni di conflitto di interesse. I privati inoltre andranno a scegliersi le scuole nelle quali investire in base ai loro interessi, aumentando le differenze fra chi beneficia di finanziamenti e chi no.
Ma è soprattutto sull’articolo 8 che si concentrano le critiche, quello che istituisce i Nuclei di autovalutazione del funzionamento dell’istituto, “in raccordo” con l’Invalsi. Sono composti da un minimo di cinque fino a un massimo di sette membri, fra i quali è assicurata in ogni caso la presenza di “almeno un soggetto esterno”, oltre che di almeno un rappresentante delle famiglie, di un rappresentante degli studenti (per la secondaria di secondo grado) e di un rappresentante dei docenti. Il Nucleo ha il compito di predisporre “un rapporto annuale di autovalutazione, anche sulla base dei criteri, degli indicatori nazionali e degli altri strumenti di rilevazione forniti dall’Invalsi. Tale Rapporto è assunto come parametro di riferimento per l’elaborazione del piano dell’offerta formativa e del programma annuale delle attività, nonché della valutazione esterna della scuola realizzata secondo le modalità che saranno previste dallo sviluppo del sistema nazionale di valutazione”. L’analisi dell’Unione Studenti fa notare una contraddizione fra l’autonomia riconosciuta alle scuole nell’elaborazione del Pof ed il ruolo preponderante e centralistico dell’Invalsi, che stabilisce criteri e indicatori nazionali, che non possono tenere conto delle particolarità. Si teme inoltre che gli esterni, chiamati a far parte del Nucleo, siano soggetti che della scuola conoscono poco rispetto al compito assegnato.
Infine, non vanno giù le abrogazioni di tutti gli articoli del TU 297/1994 sulla partecipazione studentesca, che dipenderà dallo statuto di ogni singola scuola.