Home Politica scolastica ANP: “Ritornano le vecchie logiche”

ANP: “Ritornano le vecchie logiche”

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Siamo tornati alle vecchie logiche politiche: decidere di non decidere
E’ questo in sintesi il commento dell’Anp di Giorgio Rembado sulla scelta di Matteo Renzi di rallentare il dibattito sul ddl e di organizzare una Conferenza nazionale della scuola per i primi giorni di luglio.
“Di fronte alla valanga di emendamenti presentati in Senato, e soprattutto di fronte agli scricchiolii della sua stessa maggioranza ed ai deludenti risultati elettorali, il decisore politico – ironizza l’Anp – sembra aver preso una posizione forte, originale ed innovativa: fermi tutti, apriamo un’altra consultazione”.
In questo modo, secondo l’Anp, si ritorna alle “logiche più viete e consunte della politica parolaia ed inconcludente, capace solo di estenuarsi in discussioni senza fine, che non producono altro che la stagnazione ed il conflitto fine a se stesso”.
Secondo l’Anp a settembre si era partiti bene: il documento programmatico era “molto promettente”, ma dopo la mega-consultazione autunnale si è arrivati ad “un disegno di legge, già meno coraggioso ed innovativo, ma comunque apprezzabile”.
“Il DdL
– così prosegue l’Anp nella ricostruzione dei fatti – è stato fatto oggetto, in sede di esame in Commissione alla Camera, di decine di audizioni con una pletora di sigle, portatrici dei più svariati interessi. Il risultato approdato in Aula era pressoché irriconoscibile, amputato di buona parte dei passaggi più positivi e reso illeggibile nella forma: ma neppur questo è bastato, perché l’Assemblea lo ha ulteriormente modificato e peggiorato”.
“Ora
– conclude l’Anp – siamo al Senato ed a tremila emendamenti di fronte ai quali il “decisore” politico (quanta ironia in quel nome!) ha deciso di non decidere. Si va alla Leopolda e ad una consultazione con tutti quelli che riterranno di avere qualcosa da dire”.
“Ma cosa mai si potrà dire ancora (e in un solo giorno!) che non sia stato già detto e ridetto in quasi dieci mesi ed in tutte le sedi possibili?”
osserva ancora l’Anp.
Quanto poi alle assunzioni l’Anp mostra di condividere la posizione del Governo: “La Buona Scuola non può ridursi all’assunzione di centomila insegnanti, senza un progetto per il loro utilizzo e senza le leve per gestirli. E, soprattutto, senza che alla guida di questo nuovo disegno complessivo vi siano dei dirigenti in possesso degli strumenti necessari e pienamente legittimati anche dalla loro appartenenza al ruolo unico della dirigenza statale”.
In altri momenti una presa di posizione analoga avrebbe potuto forse sortire qualche effetto sul Governo, ma ormai la situazione sembra irrimediabilmente compromessa e fare previsioni sta diventando un vero e proprio gioco d’azzardo.