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Assunzioni: non basta la legge di stabilità

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Ma le assunzioni ci saranno davvero?  E’ una bella domanda, alla quale – in questo momento – è difficile dare una risposta sicura.
Il premier Renzi e il ministro Giannini non perdono ormai occasione per ribadire che questo è un obiettivo prioritario per il 2015, ma purtroppo i dubbi permangono, alimentati anche da una legge di stabilità il cui testo letterale non aiuta di certo a chiarezza.
E’ vero che l’articolo 3 della bozza depositata in Parlamento parla di un miliardo di euro per il Piano “Buona Scuola” (con priorità alle assunzioni, dice la legge stessa). Ma poi in altre parti del provvedimento le contraddizioni sono più di una.
In realtà, nella relazione illustrativa della tabella n. 7 (quella relativa proprio al bilancio del Miur)  si legge soltanto: “Prioritaria appare la necessità di ridurre il precariato dei docenti attraverso un processo di ridefinizione dei criteri di determinazione dell’organico e l’introduzione dell’organico funzionale, abolendo  di fatto il meccanismo del doppio canale e riordinando le procedure di reclutamento fino a prevedere  ‘ingresso nella scuola solo per i vincitori di concorso”.
Se poi si vanno a vedere i dati analitici c’è di che restare perplessi.
Per quanto abbiamo potuto constatare fino a questo momento (la tabella 7 è fatta di centinaia di pagine fitte di numeri e dati), uno dei pochi punti in cui si parla esplicitamente di organico funzionale è nella “scheda obiettivo” n. 13  (Valorizzazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e della relativa governance).
L’attività relativa viene così descritta: “ottimizzare gli spazi di flessibilità degli istituti previsti dall’autonomia e dai nuovi ordinamenti, attraverso l’attuazione dell’organico funzionale e  incentivando l’utilizzo condiviso di risorse strumentali e umane tra reti di scuole”. Obiettivo finanziato con la somma di poco superiore a unmilione e 600mila euro all’anno che dovrebbero servire non certamente per le assunzioni ma più probabilmente per costitituire le reti di scuole (si tratta di 200 euro per ciascuna istituzione scolastica, ipotizzando una rete formata da 5 scuole si arriva a mille euro per ogni rete).
C’è poi il “rebus” delle somme stanziate per gli stipendi, di cui abbiamo già parlato, e che nasconde il problema vero: la legge di stabilità fa riferimento alla legislazione vigente e proprio per questo la tabella 7 non prevede un aumento delle spese per il personale docente a tempo indeterminato.
Il nodo sta tutto nel DL 98/2011 che all’art. 19 (comma 7) chiarisce che  “a decorrere dall’anno scolastico 2012/2013 le dotazioni organiche del personale docente, educativo ed ATA della scuola non devono superare la consistenza delle relative dotazioni organiche dello stesso personale determinata nell’anno scolastico 2011/2012 in applicazione dell’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112”.
Disposizioni, è bene ricordarlo, integralmente e puntigliosamente richiamate anche nell’art.50 del DL 5/2012 approvato all’epoca del ministro Profumo contenente disposizioni sull’organico funzionale.
E, per il momento, nè Renzi nè tanto meno Giannini hanno ancora spiegato se, come e quando verranno abrogate le norme del DL 98/2011 e del DL/2012. Fino a quando queste resteranno in vigore l’organico funzionale resterà una chimera.