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Atto di indirizzo. La protesta dei Dsga: “Non un solo rigo sul personale Ata”

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Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha firmato l’atto di indirizzo per l’anno 2022, un documento che ogni anno, puntualmente, trova i suoi detrattori.

Dopo le contestazioni della Gilda degli insegnanti, che parla di luci e ombre, non si fa attendere la voce dei direttori amministrativi (Dsga), che lamentano: “Nel documento di programmazione che individua le priorità del Ministero dell’Istruzione il personale Ata non compare in un solo rigo. Un atto di indirizzo privo di contenuti e di visione“.

“Il Ministro Bianchi – dichiara Alberico Sorrentino del Movimento Nazionale Direttori SGA – ignora il ruolo fondamentale dei Direttori SGA per una compiuta autonomia scolastica, che garantisca una migliore efficienza nella gestione amministrativo contabile delle scuole”.

“Non una parola su forme di progressione di carriera, come richiesto dal PNRR, al personale Amministrativo e nello specifico al Direttore SGA”.

“Ancora una volta – continua Sorrentino -siamo completamente ignorati e c’è chi vorrebbe ancora dialogare con un Ministero ed un Ministro sordo alle problematiche delle Segreterie”.

A dire il vero, il documento, come abbiamo già riferito, parla anche di valorizzazione del percorso professionale e della carriera del personale scolastico, sebbene se ne parli in termini generali e in molti brani del documento non si distingua tra i ruoli educativi e quelli amministrativi.

La protesta

La protesta dei Dsga è sfociata oggi nella manifestazione romana di Largo Bernardino da Feltre.

L’iniziativa voluta dal Movimento Nazionale Direttori SGA e da Aida Scuole, ha ricevuto il sostegno dei sindacati Anief, FLC-CGIL e FEDER-ATA.

Nello specifico i Direttori SGA chiedono:

  • L’istituzione della carriera dirigenziale e la conseguente uscita dall’area professionale del personale ATA;
  • L’equiparazione immediata all’analoga figura del Direttore Amministrativo delle Accademie e dei conservatori;
  • L’indennità di direzione quota base raddoppiata;
  • L’indennità variabile incrementata di almeno il 50% e determinata sulla base delle fasce di complessità delle istituzioni scolastiche già disponibili per i dirigenti scolastici e liquidata mensilmente, sganciandola così dal MOF;
  • Mobilità intercompartimentale;
  • Esaurimento delle graduatorie del Bando 2018 nelle Regioni in cui si è concorso, con indizione immediata di un nuovo Bando per colmare i circa 1500 posti vacanti;
  • La riduzione del vincolo quinquennale a 3 anni, così come disposto per i docenti;
  • L’attivazione del Coordinatore d’Area (Area C), già prevista dai precedenti CCNL;
  • Una riforma del reclutamento del personale scolastico.
  • L’applicazione nel comparto scuola, dell’articolo 66, commi 6 e 7 del CCNL, garantendo così anche ai DSGA temporizzati (inquadrati nel profilo prima del 2003) il riconoscimento dell’intera anzianità di servizio, stante anche a quanto indicato nell’art. 4 del DPR n. 399 del 1988.