Home Attualità Boom di richieste per il reddito di inclusione. Le differenze con le...

Boom di richieste per il reddito di inclusione. Le differenze con le altre forme di sostegno statale

CONDIVIDI

Boom di richieste in tutta Italia per il reddito di inclusione (Rei). Dalla Lombardia alla Sicilia sono tanti i cittadini che hanno richiesto la misura prevista dal governo Gentiloni.

Il Rei serve a dare sostegno al reddito a chi ne ha bisogno ma anche a garantire che, nei 18 mesi in cui verrà percepito l’aiuto, per quelle persone si attivino meccanismi che cerchino di inserirle nel mondo del lavoro e, quindi, consentire a quelle famiglie di uscire da una condizione che non deve diventare permanente.

Lo strumento di accesso al beneficio è la carta Rei, dove verrà materialmente caricato l’importo. Si tratta di una carta con cui sarà possibile acquistare una serie di beni, utilizzabile anche come bancomat per prelevare fino alla metà dell’importo erogato mensilmente.

Reddito di inclusione, di cittadinanza e minimo garantito. Le differenze

Tra il reddito di inclusione (ReI) già vigente e operativo in Italia, il reddito di cittadinanza (RdC), proposta di legge che comporta un assegno pubblico e il reddito minimo garantito (RMG) c’è ancora molta confusione.
Partiamo dal reddito minimo garantito (RMG) che consiste in un programma universale, già operativo in Europa in schemi diversi, un intervento uguale per tutti e non limitato ad alcune categorie di lavoratori come nella tradizione italiana che subordina la concessione del sussidio ad accertamenti su reddito e patrimonio di chi lo chiede.
Il RMG dovrebbe sostituire e riordinare molti schemi e interventi preesistenti, riducendo sprechi sostituendo la pensione sociale, l’integrazione al minimo, le prestazioni di indennità civile: ovvero l’assegno di assistenza, l’indennità di frequenza minori, la pensione di inabilità, l’indennità di accompagnamento.
Quando si parla di reddito di cittadinanza (RdC), riporta Alessandra Servidori su Ipsoa,  si intende un trasferimento universale e permanente a ogni individuo che rispetti certi requisiti di appartenenza a una comunità, senza limitazione connessa a condizioni economiche e senza obbligo di ricerca e accettazione di lavoro o di formazione obbligatoria.

Nessun Paese del Mondo, tranne che in Alaska dove è previsto tra i 100 e i 200 dollari al mese, ma coperti dalle royalties petrolifere se lo può permettere.

Solo in Finlandia è stato avviato un esperimento di due anni: un sussidio di 560 euro mensili a duemila disoccupati e il sussidio non si riduce se gli interessati trovano lavoro. In Svizzera è stato bocciato un referendum che proponeva un contributo mensile dalla nascita alla morte differenziato per età e molto oneroso.
In Italia è stata presentata una proposta di legge che prevede 800 euro al mese per i residenti in Italia da 2 anni, molto al di sopra della soglia di povertà assoluta che per 1 componente famigliare per Istat è di 636 euro.
Il reddito di inclusione (ReI) è stato introdotto dal decreto legislativo n. 147 del 15 settembre 2017 recante “disposizioni per l’introduzione di una misura nazionale di contrasto alla povertà”, oggetto di ampliamento della misura con la legge di Bilancio 2018, illustrata con la circolare n.172 del 22 novembre 2017 e con il messaggio INPS n. 4811 che ha fornito ulteriori specifiche riguardo la valutazione dei requisiti e le istruzioni operative.

Tale misura prevede un beneficio economico erogato attraverso l’attribuzione di una carta prepagata emessa da Poste Italiane SpA ed è subordinata alla valutazione della situazione economica e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Il beneficio economico sarà erogato per un massimo di 18 mesi, dai quali saranno sottratte le eventuali mensilità di Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) percepite.

Il nucleo richiedente dovrà soddisfare specifici requisiti di residenza e anagrafici, economici, di composizione del nucleo familiare e di compatibilità, specificamente dettagliati nella circolare.

L’ammontare dell’importo è correlato al numero dei componenti del nucleo familiare e tiene conto di eventuali trattamenti assistenziali e redditi in capo al nucleo stesso. In ogni caso, l’importo complessivo annuo non può superare quello dell’assegno sociale.

Coloro che, alla data del 1° dicembre 2017, stanno ancora percependo il SIA potranno presentare immediatamente domanda di REI o decidere di presentarla al termine della percezione del SIA, senza che dalla scelta derivi alcun pregiudizio di carattere economico.

La circolare INPS 22 novembre, n. 172 fornisce le prime istruzioni amministrative, illustra il riordino delle prestazioni assistenziali finalizzate al contrasto alla povertà, in particolare del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) e dell’ASDI (Assegno Sociale di Disoccupazione) e la conseguente rideterminazione del fondo povertà a decorrere dal 2018.

La domanda di accesso alla prestazione potrà essere presentata dal 1° dicembre 2017, presso i comuni o altri punti di accesso identificati dagli stessi, utilizzando il modello (pdf 718KB) allegato alla circolare. Al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, il richiedente deve essere in possesso di un’attestazione ISEE in corso di validità.

Modello Domanda Reddito Di Inclusione 2018

SCARICA IL PDF (clicca qui)