Home Personale Il caso di 6 presidi calabresi, restituiti alle regioni di provenienza

Il caso di 6 presidi calabresi, restituiti alle regioni di provenienza

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Si tratta di un caso surreale che trova il suo epilogo a metà anno scolastico. La nostra testata se ne è occupata recentemente. Una Sentenza che interviene sulla mobilità interregionale di sei Dirigenti Scolastici trasferiti in Calabria a partire dall’1 settembre 2017. Adesso si scopre che il loro trasferimento non è legittimo e vengono restituite alla regione di provenienza.

MARZIALE, GARANTE DELL’INFANZIA IN CALABRIA, INTERVIENE SUL CASO DEI 6 DS

“Non si possono trasferire sei dirigenti scolastici nel bel mezzo dell’anno scolastico. Se ciò è perfettamente legale, è altresì destabilizzante per gli alunni, per i docenti, per il personale amministrativo, per i genitori e per i dirigenti stessi”: è la presa di posizione del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.

Il Garante spiega: “Lisa Eloise a capo dell’istituto comprensivo di Fagnano Castello, Maria Rosaria D’Alfonso al vertice del liceo scientifico di Trebisacce, Anna Maria De Luca dirigente preside dell’istituto comprensivo di Falerna, Maria Cristina Rippa dell’istituto comprensivo di Longobucco, Lucia Scuteri in servizio presso l’istituto comprensivo di Badolato ed Elisabetta Zaccone dirigente all’istituto superiore Enzo Ferrari di Chiaravalle Centrale, sono tornate rispettivamente in Lombardia, le prime due, nel Lazio, in Emilia Romagna e in Basilicata le ultime due. Questa gente – continua il Garante – problemi di organizzazione, di gestione dello stipendio, familiari, che se programmate per l’anno in divenire possono essere pianificati, ma se comandate da sentenze a metà dell’anno diventano difficilmente affrontabili”.

“La questione – spiega Marziale –  nasce da una lettura rigorosa da parte della Corte dei Conti di Catanzaro della norma che, per i dirigenti scolastici assunti a seguito del concorso del 2011, stabilisce una permanenza di almeno sei anni nella sede di prima assunzione. Un requisito che i sei dirigenti scolastici costretti ad un trasferimento rocambolesco non avevano. Allora c’è da chiedersi perché, senza questo requisito, l’amministrazione li abbia trasferiti. Certo è che non possono pagare un prezzo così alto, con il coinvolgimento di tutto il corpo scolastico”.

Il Garante si appella: “Al Miur affinché i sei dirigenti concludano l’anno scolastico in corso nelle sedi dove stanno operando, ricordando, qualora fosse necessario – conclude Marziale – che le norme sono fatte per i bisogni dell’uomo e non viceversa”.