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Cattedre, 25mila in organico di diritto: il Miur insiste e chiede pure 10mila assunzioni Ata

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Non si perdono d’animo al ministero dell’Istruzione per trasformare 25mila posti dall’organico di fatto a quello di diritto. E non solo.

Da Viale Trastevere ci sarebbe un vero e proprio forcing in atto, consapevoli del fatto che i giochi della Legge di Bilancio di fine anno sono prossimi al compimento: entro sabato, il governo concluderà il progetto di bilancio da inviare a Bruxelles (il draft budgetary plan), mentre per l’articolato vero e proprio da mandare alle Camere ci sarà tempo ancora fino al 20, come prevede la nuova legge da approvare.

 “Proprio in queste ore – scrive l’Ansa nella sera del 10 ottobre – si sta lavorando ad alcune ipotesi sugli organici. Al ministero sono stati convocati i sindacati per affrontare il tema della stabilizzazione di 25mila precari inseriti nell’organico di fatto (cioè chi ogni anno viene chiamato per le supplenze lunghe) che finirebbero così nell’organico di diritto, cioè assunti a tutti gli effetti (e pagati quindi anche durante i due mesi estivi). Su questo c’è una trattativa del Miur con il ministero dell’Economia per il reperimento dei fondi. Le stime parlano di 200 milioni di euro necessari per l’operazione”.

Il Mef, però, sostiene che potrebbero servirne più del triplo. E, quindi, la partita rimane aperta: magari, alla fine, si arriverà a concedere una quota minore rispetto a quella chiesta dal ministero dell’Istruzione. Una quota che, in ogni caso, diventerebbe preziosissima. Non solo per le immissioni in ruolo, ma anche per la mobilità del prossimo anno, visto che serviranno non poche cattedre per “salvare” i tanti assunti lontano da casa con il piano straordinario della Buona Scuola (con istituzioni locali, governatori, sindaci e sindacati che spingono tutti in questa direzione).

Dal Miur, infine, spunta un’altra richiesta: si vorrebbe intervenire anche con un piano per gli Ata, con 10mila assunzioni”. Di queste, 5mila già previste dal turn over e le altre 5mila straordinarie con risorse da reperire nella Legge di Bilancio.

Ancora una volta, le sorti della scuola pubblica, gli organici che diventano vitali per una gestione meno complicata e più funzionale, dipendono dai dirigenti e dai conti del dicastero di Via XX Settembre a Roma.

 

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