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C’è bisogno di insegnanti liberi per formare animi liberi

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È assolutamente evidente che la scuola pubblica sta attraversando un momento di profonda crisi identitaria ed è altrettanto evidente che il ruolo dell’insegnante è totalmente svalorizzato sia sul piano economico che su quello sociale.
Infatti la professione docente non gode di alcun rispetto nella nostra società, motivo per cui moltissimi giovani scartano a priori questa bellissima professione per il loro futuro lavorativo. Quindi se gli studenti più bravi non prendono in considerazione l’idea di potere diventare dei buoni insegnanti, proprio per il fatto che tale professione è fortemente svalutata, questo diventerà inevitabilmente un grave problema sociale.
Ma di chi sono le colpe di questo disastro sociale?
Le ragioni sono anche storiche, ma in questi ultimi anni abbiamo assistito a delle vere e proprie campagne politiche volte a denigrare la figura degli insegnanti della scuola pubblica.
È stato detto di tutto contro la categoria degli insegnanti, senza tenere conto delle gravi ripercussioni che tali campagne avrebbero potuto avere sulla formazione e l’educazione dei nostri giovani.
Gli insegnati sono stati tacciati di essere fannulloni, sindacalizzati, corporativi, illicenziabili, inculcatori di idee, quasi a sottolineare che se la scuola non funziona, questo è dovuto principalmente all’inadeguatezza, alla faziosità e al corporativismo degli insegnanti.
Questa è stata l’analisi politica che ha indotto e sta continuando ad indurre, con precise politiche in materia d’istruzione, a modificare profondamente la professione di insegnante.
La logica è quella di premiare i docenti più meritevoli e stangare, per dirla alla Renzi, i docenti fannulloni. Per la verità a stangare i fannulloni ci ha provato Brunetta, con il risultato che gli insegnanti fannulloni stanno meglio di prima ed a pagare sono stati tutti gli altri docenti. Infatti la lotta contro il fannullonismo si è concretizzata nell’annullare alcuni diritti contrattuali, nel assegnare poteri sanzionatori ai dirigenti scolastici, nel rendere gli insegnanti meno liberi e più soggetti alle direttive gerarchiche.
Paradossalmente le norme anti fannulloni hanno penalizzato maggiormente gli insegnati più meritevoli ed autonomi, che oggi si trovano in uno stato di acquiescenza totale nei confronti dei propri dirigenti scolastici.
Questo è il motivo principale oltre a quello di carattere economico, per cui un giovane e brillante studente non vorrà mai diventare come i suoi insegnanti, vittime della demotivazione, della depressione e soprattutto della autorità gerarchica dei superiori. Per rilanciare l’appetibilità di questa professione che è sicuramente tra le più belle ed affascianti , bisognerebbe restituire ai docenti che lo meritano la libertà d’insegnamento , in modo che possano formare animi liberi e forti. In buona sostanza bisognerebbe rispettare nel suo più profondo significato il comma 1 dell’art.33 della Costituzione : “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.