Home Generale Che fine ha fatto la giornata europea dei genitori e della scuola?

Che fine ha fatto la giornata europea dei genitori e della scuola?

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Riportiamo di seguito alcune considerazioni dell’A.Ge. Toscana.

“La scarsa attenzione del Ministero per i genitori si riconferma con la XIII Giornata Europea dei Genitori e della Scuola, che da ottobre, quando doveva essere celebrata, è slittata a febbraio, poi è stata rinviata causa maltempo e adesso rischia di passare definitivamente in cavalleria. Non che la manifestazione prevista a febbraio fosse di una qualche utilità: nell’avviso si parlava unicamente di didattica e le tematiche affidate ai relatori si occupavano di educazione, ma di genitori proficuamente impegnati all’interno delle scuole non se ne parlava proprio, per cui sifalliva il fine prioritario, che è quello di coinvolgere i genitori e di stimolarne la partecipazione offrendo validi contenuti.

Appena un anno fa contestavamo l’autoreferenzialità di questi riti per pochi iniziati, proprio lì, nella sede del Ministero ricorda Rita Manzani Di Goro, presidente dell’Associazione Genitori A.Ge. Toscana e relatore per la XII Giornata Europea, celebrata a Roma nel dicembre 2013- ma a quanto pare questi signori del Ministero hanno fatto ancora una volta orecchie da mercante alle richieste che vengono dalla base, perché in questi quindici mesi non è stato fatto nulla di concreto per sostenere chi si impegna attivamente nella scuola .

Infatti, in previsione dell’intervento all’interno della XII Giornata Europea, l’A.Ge. Toscana ha fatto una ricognizione dei bisogni formativi dei genitori, sia di quelli eletti all’interno degli Organi collegiali della scuola che di coloro che si impegnano nei Forum regionali e provinciali delle associazioni dei genitori nella scuola. Precise le richieste pervenute dalla base: attivazione dei Forum quali organi propulsivi e un piano di formazione a cascata in tutte le province d Italia, per rendere effettiva la partecipazione dei genitori e porre le condizioni per il ben-essere a scuola degli alunni e, quindi, per il loro successo scolastico . Perché “è impossibile non chiedersi per quale motivo la comunità educante , questo stato di particolare grazia strettamente correlato con il successo formativo , sia concesso solo a una minima percentuale di studenti e non a tutti o, comunque, alla maggior parte di loro. (Essa) dipende da un certo numero di fattori e uno di questi, l avere rappresentanti dei genitori preparati e motivati, potrebbe essere nella nostra immediata disponibilità, se solo lo volessimo . Invece inutili, se non dannosi, i presidi manager e i docenti mentor.

E evidente che il sito Apritiscuola, blindatissimo ed attualmente accessibile unicamente ai presidenti dei Consigli d istituto, dei comitati e delle consulte, solo dietro registrazione da parte delle scuole (che per lo più non è stata effettuata), la scuola non la apre affatto: il classico modo per non fare fingendo di fare, e per di più sperperando soldi pubblici. E poi, che cosa ci sarà dentro? Chi ha gli strumenti per valutarlo, come le Associazioni di genitori, non lo sa, perché non vi può accedere.

Il massimo sforzo della Direzione Generale per lo Studente in tutti questi mesi è stato un concorso bluff, bandito a ridosso del Natale, con pochissimi giorni per presentare un progetto niente meno che su una tematica centrale come il gender: 425.000 euro da spartire fra un numero irrisorio di scuole (al massimo 23 in tutta Italia, ma più probabilmente la torta sarà spartita fra 8 soli concorrenti). Non sarebbe stato meglio destinare anche una parte di quei soldi alla formazione dei genitori, invece di coinvolgere marginalmente le associazioni come partner eventuali nel progetto?

Un decimo di questa spesa e una buona dose di volontariato sarebbero bastati e avanzati per una formazione capillare dei genitori impegnati nelle scuole di tutta Italia, e la ricaduta sarebbe stata enormemente superiore. Ma già, troppo bello e troppo facile”.