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Col nuovo premier inglese May, governo della scuola pubblica

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“Il governo della scuola pubblica”: la stampa inglese,  sintetizzando la svolta sociale nel nuovo gabinetto di Theresa May, nominata primo ministro subito dopo l’uscita dell’Inghilterra dall’Ue dopo il referendum popolare, fa il conto della composizione del suo governo in riferimento non all’estrazione sociale dei ministri ma al tipo di istruzione ricevuta.

 

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Si viene così a sapere che un buon 70% di ministri del nuovo governo della May sono stati educati e istruiti nella scuola pubblica e che quindi non provengono dal circuito degli istituti privati dei privilegiati del regno.

Si tratta di un record assoluto per un esecutivo conservatore che allinea da ieri la compagine meno elitaria del Paese dall’epoca di Clement Attlee: il laburista che nel 1945 sloggiò Winston Churchill da Downing Street e avviò la nascita di un welfare moderno in Gran Bretagna.

Per fare un paragone, il governo di David Cameron – guidato, a partire dallo stesso ex premier, da rampolli dorati di Eton – contava oltre il 50% di ex allievi di scuole private di prestigio, quello di John Major oltre il 70% e quello di Margaret Thatcher oltre il 90%. Quanto all’annunciato riequilibrio di rapporti di forza fra generi, la stampa nota che May si ferma a 8 ministre su 25, comunque superando Cameron ed eguagliando in cifra assoluta il picco di donne del governo laburista di Tony Blair.

Un conto e una verifica del livello di istruzione dei ministri che per certi versi fa onore alla stampa inglese e che da noi risulterebbe risibile, non già in merito alla provenienza del tipo di scuola, ma sul livello di preparazione e dei titoli in possesso dei singoli ministri, alcuni dei quali, come l’attuale sottosegretario all’istruzione, ha conseguito la laurea in “corsa”, mentre appunto dirigeva già il Miur.