Home I lettori ci scrivono Concorso dirigenti scolastici, quando la rabbia invade la scuola

Concorso dirigenti scolastici, quando la rabbia invade la scuola

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Il Concorso per Dirigenti Scolastici 2017 è giunto al traguardo, un traguardo raccontato dai media come la vittoria del Miur, la promessa mantenuta dalla politica di eliminare le reggenze e dare alle Scuole i dirigenti.

La vera storia è tutt’altra, la conoscono al Miu , la conoscono gli addetti ai lavori, la conoscono idonei e ricorrenti.
Il Concorso è stato annullato dal Tar e sulle nomine dei nuovi DS incombe una sentenza di annullamento ora sospesa, sulla quale il CdS dovrà esprimersi in tempi brevissimi , il 17 ottobre è infatti già fissata l’udienza di merito.

Non è però la vicenda di Giustizia amministrativa sulla quale intendo soffermarmi, vorrei accendere una luce sugli effetti che inonderanno la comunità Scuola a causa dell’errata ideazione e della cattiva conduzione di un concorso così importante per la comunità scolastica, fortemente segnato anche dall’infausta collaborazione Miur- Cineca, non una parola su questo dalle tante menti pensati e blasonate che muovono i loro passi tra le alte sfere della Scuola. Possibile che nessuno abbia visto?

Fiumi di parole, di atti amministrativi e penali, amplificati dalla vorticosa comunicazione dei social, hanno prodotto solo un esercito di vinti che il primo settembre tornerà a popolare le Scuole.
Vero è che ci saranno dei DS che avranno la nomina con riserva, vero è che il Ministro provvederà affinché la loro situazione di precarietà sia stabilizzata ( voci dal Miur dicono che e’ già pronto il provvedimento che sanerà gli idonei del Concorso annullato) ma nessuno potrà dirsi vincitore, sopratutto non ha vinto la Scuola.

Mettendo da parte ogni ragione soggettiva   partendo dall’arido vero, se il Tar Lazio ha annullato la procedura concorsuale è perché la procedura è viziata.

Se questa consapevolezza è certa però, incerto resta il destino processuale dei ricorrenti, consolidata la rabbia che trasversalmente passa dagli uni agli altri. Rabbia che non cesserà di esistere e segnerà il cammino della scuola per lungo tempo.

Perché chi doveva non si è fermato in tempo? E’ una domanda che resterà senza risposte, dopo la pausa estiva le Scuole riapriranno, il Miur dirà di aver mantenuto la parola dall’esterno ciò potrà sembrare anche vero, ma in quell’universo di relazioni che è la Scuola, lì dove si incontreranno un DS dichiarato Vincente e un Ricorrente che attende giustizia , cosa ne sarà di quel Noi che la Scuola e’ chiamata a realizzare ?

E’ l’empatia la base su cui costruire ogni relazione, è la base sulla quale poggiare ogni iniziativa volta alla costruzione di un progetto formativo. E’ l’empatia nella Scuola lentamente muore, figlia di un Dio minore.

 

Maria Rosaria Albano