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Concorso ordinario secondaria, errori nella prova scritta per la classe di concorso A022

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Sono tanti gli aspiranti docenti che si stanno rivolgendo al MIUR per chiedere chiarimenti e la rettifica del punteggio assegnato alla prova scritta svolta lo scorso 21 Marzo, al pomeriggio, per la classe di concorso A022 – Italiano, storia e geografia nella scuola secondaria di I grado nell’ambito del Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente.

L’obiettivo è dimostrare come alcune risposte ritenute errate dal Ministero possano invece essere considerate corrette o comunque plausibili.

Il fatto stesso che i candidati abbiano dovuto barcamenarsi tra domande mal poste, ambigue o incentrate su argomenti fuori programma stride con quanto previsto dalla normativa vigente, secondo cui, nelle prove scritte concorsuali con domande a risposta multipla, ogni domanda dovrebbe prevedere con certezza una sola risposta univocamente esatta, onde evitare la violazione del principio della par condicio desumibile dall’art. 97 Cost.

Tra le domande somministrate durante le recenti prove scritte, tuttavia, a diversi quesiti sembrerebbero corrispondere più opzioni plausibili, ragion per cui non può ritenersi garantita l’assoluta “certezza ed univocità della soluzione”, che per legge non può dare adito ad ambiguità.

È il caso, ad esempio, del seguente quesito: “Gli avevo chiesto se poteva farmi un favore, ebbene ha rifiutato”. Quale funzione svolge la congiunzione ebbene?”.

Il Ministero indica come corretta la funzione “conclusiva”. Tuttavia, la congiunzione “ebbene”, pur avendo in generale valore conclusivo, nel periodo proposto assume un valore chiaramente avversativo, in quanto sostituibile con la congiunzione “ma”, come confermato da autorevoli studiosi di linguistica.

Ha fatto molto discutere anche la domanda incentrata sull’uso del gerundio.

“Trovandomi al supermercato, ho deciso di fare la spesa per tutta la settimana”. Quale delle affermazioni seguenti è corretta relativamente all’uso del gerundio in questo periodo?

Le risposte potenzialmente esatte sono due: oltre all’opzione indicata dal Miur (“È corretto, perché il soggetto della proposizione reggente coincide con quello della subordinata“), risulta plausibile anche l’opzione “È corretto perché esprime contemporaneità tra la proposizione reggente e la subordinata“.

In genere, il gerundio esprime un’azione ponendola in relazione con il verbo della frase principale; in particolare, si usa il presente quando il gerundio indica un’azione contemporanea a quella espressa nella principale. Nel periodo proposto, la consecutio temporum colloca su un piano di contemporaneità la principale e la subordinata implicita che pertanto è stata correttamente resa col gerundio presente. Di conseguenza, l’opzione “È corretto perché esprime contemporaneità…” non può essere considerata errata.

Analogamente, per la domanda Quali verbi si definiscono fraseologici?, le risposte potenzialmente corrette sono due: oltre all’opzione indicata come giusta (“Verbi di servizio che formano un’unica espressione di significato con altri verbi all’infinito o al gerundio”), risulta plausibile anche l’opzione “Verbi che per dare senso compiuto alla frase hanno bisogno di accompagnarsi ad altri verbi”.

Dal momento che il verbo fraseologico può essere considerato tale solo se unito ad un altro verbo, la risposta A risulta plausibile, in quanto il fraseologico ha bisogno dell’altro verbo a cui è unito per poter dare senso compiuto alla frase che, altrimenti, non avrebbe significato o potrebbe assumere un valore diverso. Per la teoria degli insiemi, la risposta A include la risposta D. Come confermato dai linguisti consultati, entrambe le opzioni sono ammissibili.

Sempre in ambito grammaticale, è stata contestata anche una domanda sul verbo “fare” che secondo il Miur avrebbe valore causativo ma che, secondo la maggior parte dei testi di grammatica italiana, potrebbe avere valore servile o fraseologico.

In questo quesito, le risposte potenzialmente esatte sono ben tre: oltre all’opzione indicata come corretta (causativa), risultano plausibili anche fraseologica e servile. La manualistica, infatti, riconduce la microcategoria dei verbi causativi (in particolare il verbo fare unito a verbi all’infinito) sia a quella più ampia dei verbi fraseologici (Pittàno, Sensini, Zordan) sia a quella dei verbi modali altrimenti noti come servili (Trifone-Palermo). Venendo meno l’univocità della risposta, i candidati hanno richiesto al Miur l’attribuzione di due punti anche per le risposte “Servile” e “Fraseologica.

Oltre ai quesiti grammaticali, sono stati riscontrati errori e ambiguità anche in altri ambiti, come nella seguente domanda su Israele.

In questo caso, tutte le opzioni proposte sono errate, in quanto riportano la data del 15 maggio, nonostante lo Stato d’Israele sia stato proclamato il 14 maggio (1948). In assenza di risposte corrette, i candidati hanno richiesto l’annullamento del quesito.

Per quanto riguarda le domande di letteratura, un’ambiguità è stata riscontrata nella domanda sul Romanzo Gotico, in cui risultano corrette due tra le possibili opzioni: Il castello di Otranto di Horace Walpole (indicata come corretta dal Miur) e Cime tempestose di Emily Brontë (indicata come errata).

Da lungo tempo diversi critici letterari, in particolare anglosassoni, ascrivono Cime tempestose al genere gotico. Venendo meno l’univocità della risposta, i candidati hanno richiesto la rettifica del punteggio per quanti hanno risposto scegliendo l’opzione Cime tempestose di Emily Brontë.

Altro quesito controverso è quello su Cavalcanti, contestato in quanto la sua presenza nella prova concorsuale risulta in contrasto con quanto previsto dal Quadro di riferimento per la valutazione della prova scritta – Classe di concorso A022, in cui era specificato che sarebbero stati inclusi “quesiti su opere letterarie dal Trecento al Novecento”. 

Essendo il sonetto di Guido Cavalcanti (1258 ca. – agosto 1300) certamente antecedente al Trecento, la presenza di tale quesito discorda con quanto enunciato nel Quadro di riferimento, il cui scopo doveva essere dare indicazioni ai candidati e non fuorviarli. Pertanto è stato richiesto l’annullamento del quesito.

Tra le domande di letteratura, ha suscitato clamore anche quella sulla Sirima, che chiedeva di individuare il verso con cui inizia la sirma nella canzone di Francesco Petrarca Chiare, fresche e dolci acque.

La risposta corretta per il Ministero è “Qual su le treccie bionde”. Tuttavia, per gli studiosi la chiave non ha una classificazione univoca. Sebbene sia da molti considerata un verso autonomo, altri la considerano parte integrante della sirma, di cui costituisce il primo verso. Di conseguenza, anche l’opzione “Qual fior cadea sul lembo” può essere considerata corretta.

Inoltre, ha suscitato perplessità la domanda sul romanzo di Fenoglio.

Tra i titoli disponibili, infatti, risulta plausibile anche “La ragazza di Bube di Carlo Cassola”, notoriamente considerato un romanzo “resistenziale”. Dato che sia “La ragazza di Bube” sia “Una questione privata”possono essere considerati romanzi che affrontano la guerra partigiana, i candidati hanno chiesto al Miur la rettifica del relativo punteggio.

Infine, i candidati attendono chiarimenti dal MIUR sul quesito relativo all’ONU, in quanto tutte le opzioni disponibili risultano plausibili, dato che l’ONU possiede ben sei commissioni: 1a Commissione: Disarmo e sicurezza internazionale, 2a Commissione: Questioni economiche e finanziarie, 3a Commissione: Questioni sociali, culturali e umanitarie, 4a Commissione: Politiche speciali e decolonizzazione, 5a Commissione: Amministrazione e bilancio, 6a Commissione: Affari legali.

Sarebbe stato opportuno porre la domanda in modo differente, chiedendo ad esempio “Quale tra i seguenti non è un organo principale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite?”. I candidati hanno quindi chiesto al Miur l’annullamento del quesito.

Sarebbe stato opportuno porre la domanda in modo differente, chiedendo ad esempio “Quale tra i seguenti non è un organo principale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite?”. I candidati hanno quindi chiesto al Miur l’annullamento del quesito.

Non bastava il nozionismo estremo su cui l’intera prova era basata! I candidati hanno anche dovuto barcamenarsi tra risposte improbabili e indicazioni disattese.

A fronte di tante ambiguità e inesattezze, venendo meno il criterio dell’assoluta «certezza ed univocità della soluzione», requisito fondamentale previsto nelle indicazioni di svolgimento della prova concorsuale, un numero elevato di candidati si è rivolto al MIUR per chiedere chiarimenti e la rettifica del punteggio assegnato alla prova svolta.

Nel frattempo gli aspiranti docenti, fiduciosi, restano in attesa di risposte.