Home Politica scolastica Confindustria: voucher a scuola per finanziare le private. Fedeli prende tempo. No...

Confindustria: voucher a scuola per finanziare le private. Fedeli prende tempo. No secco Uil

CONDIVIDI

Finanziare le scuole private con i soldi pubblici, attraverso i voucher? Confindustria spinge, ma il ministro dell’Istruzione prende tempo: vuole studiare per bene l’ipotesi.

“Voglio misurarmi sul significato concreto di questo progetto e di questo intervento”, ha detto a Salerno la responsabile del Miur, Valeria Fedeli, interpellata sull’eventualità di applicare una sorta di voucher al mondo della scuola.

“Da ministra e da politica – ha aggiunto il ministro – voglio guardare bene questa cosa. Noi abbiamo un confronto che dobbiamo fare su questo terreno e anche su questo, con i diversi soggetti della rappresentanza, anche di Confindustria “.

La mancata presa di posizione contraria all’eventualità, da parte del ministro dell’Istruzione, non è piaciuta ai sindacati. Anche a chi sinora aveva speso solo parole positive per il comportamento di Fedeli a capo del dicastero di Viale Trastevere: secondo Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, “i voucher per la scuola sarebbero l’equivalente di una dichiarazione di guerra. Non è un fatto nuovo quello di voler finanziare le scuole private con i soldi pubblici e quello dei voucher ne è lo strumento”.

 

{loadposition carta-docente}

“A dire il vero –  continua il sindacalista –  il ministro, interrogata su questo tema, a Salerno, ha dato una risposta neutra, preoccupa però questa fuga in avanti di Confindustria. Ci chiediamo perché sia tornato in auge questo tema, in modo quasi estemporaneo, proprio mentre si sta aprendo un confronto di merito sulle deleghe”.

Non vorremmo che si riaprisse un conflitto ideologico sulla scuola, per aprire la strada alla privatizzazione e al mercato. Una vera e propria provocazione che noi rimandiamo al mittente. Contemporaneamente rilanciamo l’appello alle forze politiche, affinché che non si facciano prendere da tali provocazioni e non trasformino il confronto sulle deleghe in uno scontro politico dal quale la scuola e gli studenti potrebbero uscire perdenti proprio mentre, a parole, tutti li vogliono tutelare”, conclude Turi.