Home Archivio storico 1998-2013 Riforme Contro la riforma Gelmini una manifestazione senza precedenti

Contro la riforma Gelmini una manifestazione senza precedenti

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Tutto il mondo scolastico italiano è oggi in fermento per dire “no” alla riforma Gelmini che mette in pericolo, attraverso i tagli che andrà ad effettuare, migliaia di posti di lavoro di docenti precari.
Anche nella piccola Ischia un corteo di circa duecento studenti ha manifestato contro la riforma.
Solo a Roma circa un milione i manifestanti provenienti anche da altre città italiane. In Sicilia manifestazioni in tutte le nove province in modo massiccio ed organizzato. 
In Sicilia la protesta è cresciuta gradualmente. Mentre nelle altre città italiane, da diversi giorni, i movimenti si sono organizzati ed hanno iniziato le loro proteste, nell’Isola del sole la “presa di coscienza” è arrivata dopo ma una volta avvenuta il mondo della scuola siciliano è sceso in piazza. Grandi manifestazioni a Napoli, MIlano, Bari, insomma in tutto il territorio, sia esso una grande città o uno sperduto angolo di provincia che rischia la chiusura della scuola col dimensionamento.
I cortei sono pacifici, organizzati all’insegna della musica, di slogan e del colore, visto le migliaia di palloncini colorati. 
Intanto, il Partito democratico e Italia dei Valori hanno già iniziato le procedure per lanciare un referendum per abolire la legge approvata ieri al Senato. Raccolte di firme sono iniziate a Roma e nelle principali città siciliane.
Fra i dimostranti, in prima fila, anche leader politici dell’opposizione. Gli studenti, però, sottolineano spesso negli slogan che il loro è un movimento che nulla vuole avere a che fare con la politica e bandisce le strumentalizzazioni.
Fra i manifestanti anche personalità di centrodestra, studenti di destra e di sinistra, proprio a testimoniare che il problema riguarda la “Scuola” e il posto di lavoro e la salvaguardia di questi due importanti cardini della nostra società non deve avere alcun colore politico.
Gli studenti, inoltre, raccomandano, nei loro cori, di non fare il gioco di chi vuole (facendo profitto dei consigli dati in questi giorni da un ex presidente della Repubblica) destabilizzare i movimenti pacifici e democratici con l’infiltrazione di persone violente.