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Didattica a distanza e schizofrenia antipedagogica

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Carissimi docenti, la mia lunghissima esperienza come docente oltre che formatore di generazioni di insegnanti per non dire di genitore e nonno, fa sì che possa tranquillamente rivolgermi soprattutto a quelle, quegli insegnanti che operano nella Scuola dell’Infanzia, nella Primaria e Secondaria di I Grado, riguardo le attività di istruzione e formazione degli studenti in questo momento emergenziale e pandemico.
La DaD, Didattica a Distanza, fa parte delle TIC e quindi funzionale a coprire il vuoto del DISTANZIAMENTO sociale.
Tuttavia la DAD non può trasformarsi da POCO in TUTTO.

La vostra solerzia è divenuta schizofrenia, preoccupazione della valutazione del Dirigente Scolastico: pensate solo al Programma, non al Bambino, al Ragazzo. Pensate, come si faceva 50 anni fa e più, ai contenuti e non alla persona che può ‘contenerli’.  Schizofrenìa che si sta trasformando in burnout per tutte/i  voi.
La chiusura delle scuole del 5 marzo in poi per 3, 4 mesi mieterà molte vittime non solo tra voi, ma anche fra gli alunni e soprattutto le famiglie.

Non vi rendete conto di schiacciare sullo schermo dei telefonini, Ipad,  pc… i genitori, dalla mattina alla sera, senza possibilità di privacy, ottenuta semmai a costo di minacce fatte agli astanti?
Praticamente lo streaming e divenuto come uno zoo, in cui tutti obbediscono al colpo di frusta (data ‘gentilmente’ in prestito dalla Ministra Miur e dal Dirigente) dell’insegnante domatore.
Messaggi WhatsApp, email,  lezioncina, decine e decine di fotocopie da fare, esercizi,  test…  foto, tutto esibiti senza ritegno,  senza empatia.
Dai vostri volti, arcignità a non finire. Serietà ‘ad abundantiam’ perché  ci si sente osservati e giudicati. Open school,  scuole aperte, sì. Ma aperte a cosa?

NON ALL’EDUCAZIONE E ALLA FORMAZIONE.
Stacanovismo antipedagogico, quindi, antiformativo e schizofrenico degli insegnanti e dei DS.
Si lavora come se fossero gli Ultimi Giorni biblici, prima del Giudizio Universale. Dall’evangelico sabato fatto per l’uomo, al compiti svolti per fare il programma. E i bambini,  i ragazzi, le famiglie, le case, i media, cioè i computer disponibili,  icisti in bolletta, gli spazi?…
Tutto spazzato via. Non esiste il tempo, non esiste la disponibilità degli alunni e dei docenti; non esiste la disponibilità delle famiglie.
Esiste solo il fare digitale, spesso vuoto.
BASTA! FATE ‘PIT STOP’ come le macchine di Formula 1.
Usate dopo e forse prima della razionalità e … contabilità programmatoria, l’empatia,  la condivisione.
DISOBBETITE AI D. S. STACANOVISTI. Siate vicini si bambini, ai ragazzi, alle famiglie e – perché no? – a Voi stesse/i.

Piergiorgio Barone