
Cosa potranno mai avere in comune Marie de France – la prima poetessa francese vissuta nel XII secolo – e Ninho – ventinovenne rapper francese molto amato dai giovanissimi? Ma soprattutto, a chi potrà mai venire in mente di analizzare, mettendoli a confronto, i testi dell’una e dell’altro all’interno di un unico segmento didattico?
Ebbene, anche se i due sono separati da appena nove secoli, in una scuola media di Courbevoie, dieci chilometri da Parigi, alcuni docenti hanno escogitato questo ‘espediente’ pedagogico per i loro alunni più fragili e con problemi di apprendimento ma anche per quelli più problematici, a rischio dispersione o abbandono scolastico: rap e poesia, rapper e poeti, poesia ‘rappata’ e poesia del rap. Non è uno scioglilingua ma un metodo che a quanto pare sta funzionando.
Come riporta, infatti, il quotidiano Le Figaro, al Collège Alfred de Vigny di Courbevoie, i docenti osservano che i loro studenti con difficoltà di apprendimento – molti sono autistici – acquisiscono maggiore fiducia in se stessi e si esprimono meglio grazie alla musica.
A proposito dell’accostamento azzardato cui facevamo riferimento in apertura, la docente di lettere che l’ha proposta ai suoi allievi dichiara al quotidiano parigino che se avesse presentato una poesia cortese, da sola, il corso non avrebbe riscosso alcun interesse. Confrontando, invece, un testo d’amor cortese di Marie de France con la canzone “Lettera a una donna” del rapper Ninho, è scattato l’interesse dei ragazzi, tanto che alla fine della lezione uno degli alunni ha dichiarato – sintetizzando al massimo con una battuta per certi versi folgorante – che nei due testi le parole e il modo di esprimersi sono decisamente diversi, ma che alla fine l’obiettivo è lo stesso: sedurre una donna grazie alla magia delle parole, del ritmo, della musica.
Un’altra docente ha proposto la lettura e l’analisi in parallelo di una poesia di Alphonse de Lamartine e di un testo di un altro rapper, Nekfeu, che in una delle sue canzoni, pur con tutte le differenze del caso, tratta un tema che ricorda quello affrontato dal famoso poeta romantico.
Il rap crea ponti e riduce le distanze simboliche tra gli alunni e i professori, sostiene un autore e interprete rap che lavora spesso con le scuole. È quello, d’altra parte, in cui credono anche i docenti che, comunque, sono consapevoli del fatto che a scuola non si possa fare soltanto musica rap.
La cosiddetta ‘pedagogia hip-hop’ ha fatto, tuttavia, altri proseliti ed è stata adottata da alcuni professori di matematica che hanno cominciato a creare video. Come Antoine Carrier, i cui video « RapéMathiques » sono reperibili su YouTube: dalle semplici quattro operazioni, alle espressioni e fino allo studio di funzioni, il docente spiega tutto a ritmo di rap.