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Decreti L.107/15, gli studenti dei Centri formazione regionale all’Università con un anno di Ipsia

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Cambia, per l’ennesima volta, l’istruzione professionale statale. E ci sono delle nuove norme che faranno discutere.

Le ultime sono contenute nel decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61 – denominato “Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale” – che sarà in vigore dal prossimo 31 maggio, nel rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, nonche’ raccordo con i percorsi dell’istruzione e formazione professionale, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera d), della legge 13 luglio 2015, n. 107.

Tra le novità più importanti, registriamo la maggiore comunicazione con i centri di formazione professionale regionale: questi istituti rilasceranno diplomi equivalenti alla maturità, utili anche alla partecipazione dei concorsi, anche se per accedere all’Università continuerà ad essere indispensabile il conseguimento del quinto anno nella scuola superiore statale.

Con le nuove norme previste dal decreto legislativo approdato in queste ore in Gazzetta Ufficiale, quindi, uno studente che ha terminato quattro anni di Cfp, potrà tentare, previa verifica delle sue competenze minime, l’accesso agli istituti professionali di Stato. Dove, in caso di accoglimento al quinto anno, potrà tentare di acquisire la maturità tradizionale.

 

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Considerando l’alta mole di ore svolte in azienda per quattro anni e le poche ore invece passate in aula, per lo svolgimento delle discipline teoriche, si tratta di una prospettiva di formazione che riteniamo davvero poco fattibile.

Rimane in piedi, con più chance di riuscita, la possibilità di svolgere il biennio finale delle superiori di Stato. Come avviene oggi.

Per quanto riguarda le altre novità del decreto legislativo, vigore dall’anno scolastico 2018-2019,

ricordiamo che i nuovi professionali continueranno ad essere composti da percorsi di 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi dei professionali, a partire dall’anno scolastico 2018-2019, passeranno da 6 a 11. Ed ogni scuola potrà declinare questi indirizzi in base alle peculiarità del territorio.

Vengono stanziati oltre 48 milioni a regime per incrementare il personale necessario all’attuazione delle novità previste.

Sarà stabilizzato lo stanziamento di 25 milioni all’anno per l’apprendistato formativo.

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