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Di Maio: basta riforme, alla scuola servono soldi. Ma non parla più di stipendi europei

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Basta con le riforme dell’Istruzione, la scuola ha bisogno di finanziamenti: a sostenerlo è stato Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro, durante l’evento ‘Oggi Protagonisti’, svolto a Roma, a Cinecittà, organizzato dall’Agenzia nazionale per i giovani a cui hanno partecipato 600 ragazze e ragazzi da tutta Italia per discutere su una serie di opportunità a loro rivolte.

Già troppe riforme e shock a seguire

Di Maio ha detto che la scuola ha già “subito già abbastanza riforme e, per quante ne ha subite, ha subito anche degli shock”. Il riferimento alla legge Gelmini, che ha tagliato miriadi di istituti e di unità di personale, e alla “Buona Scuola” di Renzi, appaiono evidenti.

“Oggi dobbiamo fare molto di più sia per gli studenti sia per gli insegnanti. Prima di riformare la scuola, bisogna finanziarla e dobbiamo investire molte più risorse sia con il nuovo Def sia con la legge di Bilancio per garantire continuità didattica per gli studenti che vuol dire meno precariato per gli insegnanti e un’edilizia scolastica che sia all’altezza”.

Forti difficoltà per aumentare gli stipendi

Nessun riferimento, tuttavia, viene fatto dal vice presidente del Consiglio, agli stipendi europei che gli insegnanti italiani dovrebbero percepire: un concetto, sul quale più volte in passato lo stesso Di Maio si era soffermato, anche alla Tecnica della Scuola, prima delle elezioni politiche del 2918, parlando della necessità di “adeguare i loro stipendi alla media europea e garantire la valorizzazione della loro professionalità, anche con il rinnovo contrattuale e la retribuzione delle ore di formazione e aggiornamento”.

Forse, il vicepremier ha preso atto delle grosse difficoltà che il Mef avrebbe nel finanziare i compensi di oltre un milione di lavoratori, tra docenti, Ata e dirigenti scolastici. Anzi, oltre tre milioni, visto che subito dopo lo stesso “metro” dovrebbe essere attuato anche per gli altri dipendenti pubblici.

Purtroppo, per ora il personale scolastico dovrà accontentarsi di qualche euro in più, in arrivo con lo stipendio di aprile per via dell’applicazione dell’indennità di vacanza contrattuale, considerando però che sul lungo periodo i compensi annuali risultano addirittura in declino.

L’importanza di rafforzare i centri per l’impiego

Dopo avere sottolineato che “nello sblocca cantieri” il Governo inserirà di sicuro “delle norme per velocizzare gli appalti sull’edilizia scolastica”.

Soffermandosi sulle opportunità di occupazione da proporre ai giovani, Di Maio ha detto della necessità di “far comunicare la scuola con il mondo del lavoro, ma non serve un’altra riforma, serve che i centri per l’impiego siano in funzione. Io ci ho messo un miliardo quest’anno per i centri per l’impiego e arriveremo a più che raddoppiare gli impiegati nei prossimi due anni”, ha concluso il viceministro, ricordando quindi che quello del reddito di cittadinanza è solo il primo passo verso la riduzione della disoccupazione giovanile e del numero di Neet.