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Ecco i “caschi blu della cultura”

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Un contingente di “caschi blu della cultura”, organizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dal Reggimento Tuscania dei Carabinieri, pronto a partire per la Siria.

Si tratta di studiosi che, oltre a sapere di cultura e di arte, di archeologia e storia, dovranno anche imparare tecniche per difendersi da eventuali aggressioni armate

Il corso si suddivide in lezioni teoriche e in una serie di esercitazioni pratiche, che includono situazioni tipiche nelle quali possono essere coinvolti gli operatori delle emergenze. Ad esempio, quali azioni intraprendere in caso di improvviso attacco, come reagire in presenza di cecchini, come avvicinarsi a un posto di controllo illegale, come pianificare attività all’interno di un’area pericolosa. La prima destinazione dei partecipanti potrebbe essere Palmira, in Siria e, quindi, le nozioni apprese durante il corso risulteranno di fondamentale importanza.

La task force dei “caschi blu per la cultura”, composta per intero da italiani, con sede a Torino, è nata ufficialmente dall’intesa siglata nel febbraio scorso tra il Governo italiano e l’Unesco nell’ambito della coalizione globale “Unesco Unite4Heritage”.

 

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L’accordo ha dato vita a un contingente costituito da Carabinieri del Comando per la tutela del patrimonio culturale, da storici dell’arte, da studiosi e da restauratori dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, dell’Opificio delle pietre dure di Firenze, dell’Istituto centrale per la conservazione e il restauro del patrimonio archivistico e librario, dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione. Il compito della task force, oggi composta da circa 60 unità che potranno essere incrementate in futuro, sotto la supervisione del Ministero per i beni artistici e culturali, sarà di intervenire su richiesta di uno Stato che stia affrontando una crisi o una catastrofe naturale per stimare i danni sul patrimonio culturale, per pianificare azioni di salvaguardia, per fornire supervisione tecnica e formazione per il personale locale, per facilitare il trasporto in sicurezza di beni culturali mobili e anche per contrastare attività criminali ai danni del patrimonio culturale.

La formazione di “caschi blu della cultura”, addestrati a operare in situazioni di pericolo, si inserisce in una serie di recenti iniziative promosse dall’Onu per contrastare il danneggiamento e il traffico illecito di beni culturali.