
Medicina, chirurgia, professioni sanitarie. Corsi a numero chiuso con prove d’ingresso sempre più selettive i cui quesiti risultano talvolta meno pertinenti alla disciplina medica. La carenza di personale altamente specializzato parte proprio dalle limitazioni imposte in fase d’ingresso: alcuni paesi europei – tra cui l’Italia – lamentano una patologica e strutturale assenza del personale medico ma osservando i limiti imposti dalla legge in materia di accesso ai corsi universitari pubblici. Gli atenei privati richiedono spese molto elevate che di fatto selezionano come idonei gli studenti con alto reddito provenienti da famiglie benestanti. A sommi capi il pubblico garantisce il diritto allo studio ma ne limita applicazione ed approccio, mentre il privato tende a mercificarlo selezionando gli studenti più abbienti.
Regno Unito: una “questione di classe”?
Secondo un’analisi recente, gli studenti provenienti da contesti della classe operaia rappresentano ancora solo il 5% degli iscritti alle facoltà di medicina nel Regno Unito, nonostante questa percentuale sia raddoppiata nell’ultimo decennio. La ricerca, condotta dalla Sutton Trust e dall’University College London (UCL), ha esaminato quasi 94.000 candidati alle facoltà di medicina tra il 2012 e il 2022, rappresentando circa la metà del totale dei candidati nel Regno Unito. L’analisi ha rivelato che, sebbene la percentuale di studenti di medicina appartenenti alle fasce socio-economiche più basse sia raddoppiata dal 2012, nel 2021 essi costituivano ancora solo il 5% degli ingressi. In confronto, il 75% degli studenti ammessi proveniva da contesti socio-economici più elevati. Il livello socio-economico è stato determinato utilizzando la classificazione a cinque livelli della National Statistics Socio-economic Classification (NS-SEC) basata sulla professione dei genitori. Inoltre, gli studenti delle scuole private del Regno Unito avevano una probabilità 1,5 volte maggiore di ricevere un’offerta di ammissione rispetto a quelli delle scuole pubbliche non selettive.
Anche dopo aver corretto i dati per i voti d’esame, il livello socio-economico e altri fattori demografici, i candidati delle scuole private continuavano ad avere maggiori probabilità di essere accettati. I dati hanno anche evidenziato che un numero relativamente ridotto di scuole e college produceva una quota sproporzionatamente alta di studenti di medicina. L’80% dei 2.719 istituti scolastici che fornivano candidati alla facoltà di medicina aveva meno di cinque studenti candidati all’anno. In confronto, 58 scuole o college (pari al 2% del totale) avevano una media di 20 o più candidati all’anno. Nick Harrison, amministratore delegato della Sutton Trust, ha definito questi dati “oltraggiosi”, specialmente in un momento in cui il NHS affronta una “carenza cronica di medici e una forte dipendenza dal reclutamento dall’estero”.
Uno sguardo sull’Europa
L’accessibilità ai corsi di medicina in Europa varia notevolmente da paese a paese in termini di requisiti di ammissione, numero di posti disponibili e costi. Nei sistemi pubblici di molti paesi, come Germania, Francia e Italia, le tasse universitarie sono relativamente basse, spesso inferiori ai 3.000 euro all’anno, e l’accesso è regolato da esami selettivi o numeri chiusi. Tuttavia, i corsi privati di medicina, disponibili in diverse nazioni, possono avere costi molto elevati. In Spagna e Italia, le università private richiedono rette che variano dai 10.000 ai 25.000 euro all’anno, mentre in paesi come Ungheria o Repubblica Ceca, che attraggono molti studenti internazionali, i corsi in inglese possono superare i 15.000 euro annui. Nel Regno Unito, le rette universitarie per studenti domestici sono di circa 9.250 sterline l’anno, ma per gli studenti internazionali il costo può superare le 40.000 sterline. Nonostante queste differenze, il numero di posti disponibili nei corsi pubblici rimane spesso insufficiente rispetto alla domanda, spingendo molti studenti a scegliere l’istruzione privata o a trasferirsi all’estero. In Italia sono gli atenei privati a richiedere elevati contributi per i corsi di medicina e professioni sanitarie annesse: in alcuni casi si superano 2.000 Euro mensili, da sommare al costo dei libri di testo e spese aggiuntive, specie se si è fuorisede.