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Fedeli ispira i sindacati. Turi (Uil): dopo tre rettori, può essere la persona giusta

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“Preoccupati? Non direi, con il nuovo ministro Fedeli le premesse per trovare accordi proficui per i lavoratori della scuola ci sono tutte”.

A dirlo alla Tecnica della Scuola è Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, alla vigilia dell’incontro pre-natalizio con il nuovo responsabile del ministero dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che stavolta prevede la presenza contemporanea dei sindacati maggiori seduti contemporaneamente attorno alla stesso tavolo.

Confermando l’impatto positivo, a seguito del primo “contatto” tenuto nei giorni scorsi tra il nuovo titolare del Miur e le rappresentanze di docenti, dirigenti scolastici e Ata.

 

Turi, non vi sorprende il fatto che a gestire il Miur sia arrivato un ministro che non conosce la scuola?

Arrivavamo da esperienze poco positive, dai tre rettori Carrozza, Profumo e Giannini, che hanno provocato non pochi problemi al sistema scolastico italiano. Tra l’altro, con un atteggiamento poco incline al dialogo, in molti frangenti impostato anche sulla supponenza.

 

Invece, la Fedeli vi sembra davvero diversa?

Durante il primo incontro, ha ascoltato tanto. Può sembrare strano, ma per noi è quasi una novità dopo le esperienze degli ultimi anni. Il fatto che abbia un lungo passato da sindacalista, tra l’altro, è sicuramente un ulteriore pregio.

 

Basterà a sistemare le tante questioni aperte, ad iniziare da mobilità, contratto e leggi delega?

Fedeli ha esperienza sociale. Ed ha anche un profilo istituzionale di tutto rispetto, come vice-presidente del Senato. Non sono caratteristiche comuni.

 

Cosa direte al nuovo ministro per convincerlo delle vostre posizioni?

Che è giunta l’ora di tornare alla contrattazione. Senza contratti condivisi non si va lontano. Gli accordi tra le parti, Fedeli lo sa bene, servono a tutelare i lavoratori. Ma anche governo e amministrazione, che possono pretendere il rispetto di regole certe e sottoscritte.

 

Ma se le norme-base non lo permettono? Come si fa a non applicare, ad esempio, merito professionale, chiamata diretta e ambiti territoriali se sono delle parti centrali della Legge 107/15?

Gli accordi contrattuali possono servire a ridurre la portata di certe norme sbagliate. A tutela dei lavoratori. Che devono tornare a dire la loro, non solo sulla carta, iniziando a dare maggiore peso alle scelte degli organi collegiali.

 

Entrando nel merito, quali sono i temi che porrete a Fedeli come prevalenti?

Gli chiederemo di mantenere i passaggi e la titolarità su scuola. Di ragionare sui decreti delegati, prendendo il tempo necessario per gestirli al meglio. Di rivedere la chiamata diretta, perchè non può tradursi in un colloquio senza regole base come è accaduto quest’anno. Poi, ci sono i limiti temporali da abbattere per i lavoratori della scuola che vogliono trasferirsi.  E tanti tanti precari da stabilizzare.

 

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