
Ennesimo femminicidio, con vittima, stavolta, ad Afragola, una quattordicenne, uccisa per mano del fidanzato diciottenne. A dire la sua, all’Adnkronos, lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet. Ecco le sue parole.
Crepet durissimo
“Sono 30 anni che lo dico, ma per favore – ribadisce all’Adnkronos -. Chi afferma che ci sono esseri umani che fino al sabato pomeriggio sono dei santi e poi lunedì sono dei feroci assassini, lo raccontino nelle più brutte favole della storia”. Quello che sta accadendo, la violenza, i femminicidi, sono per Crepet “quello che abbiamo voluto. C’è qualcuno contro i social? Qualcuno che ha detto che a 13 anni non si possono usare i social? Se uno ha un profilo social a 11 anni c’è un problema. Non prendiamoci per i fondelli, perché di fronte a una morta ammazzata almeno la dignità di non raccontarci le balle tra noi”.
“Basta, finiamola. Che facciamo, l’ennesima fiaccolata? Rispetto per chi non c’è più. Abbiamo celebrato la serie ‘Adolescence‘, ma nessuno ha, però, ragionato sul suo significato, sulla storia – continua -. Siamo in un baratro per puro egoismo, per pace sociale, perché non vogliamo sentire il peso di tutta questa cosa. Questa sera decine di migliaia di ragazzine a 13 anni usciranno, non alle nove, a mezzanotte. Non ho mai conosciuto un padre che si mette davanti alla porta. Anzi, quel padre o quella madre non solo aprono la porta e gli dicono ‘divertiti’, ma gli danno pure 100 euro. La colpa è di chi sceglie di star zitto, di far l’indifferente, di chi sceglie di dire ‘ah, ma chissà da quale famiglia è venuto fuori quello lì, noi siamo un’altra cosa’. Non abbiamo ascoltato Pasolini 40 anni fa, quando parlava del Circeo e adesso siamo qua”.
Il messaggio di cordoglio dell’ex scuola della vittima
La scuola media di Afragola, paese del napoletano dove viveva la ragazzina, ha scritto un post commovente per ricordarla e per sottolineare l’impegno della comunità scolastica per sradicare la cultura patriarcale.
“Martina era una di noi. Una ex alunna della nostra scuola. Una ragazza dolce, piena di sogni, con lo sguardo aperto sul futuro. Aveva solo 14 anni. La sua vita è stata spezzata in modo brutale da chi non ha accettato la sua libertà. Da chi confondeva l’amore con il possesso. La notizia della sua morte ci ha colpiti profondamente, come comunità scolastica, come educatori, come compagni. È difficile trovare le parole, ma è doveroso trovarle. Perché il silenzio non protegge”, questa la prima parte del messaggio.
“Il silenzio nasconde. Martina ci lascia un messaggio potente: che il rispetto non è un’opinione, che dire no è un diritto, che amare non significa controllare. Nel suo nome, vogliamo dire basta. Basta alla violenza, agli abusi, al silenzio complice. Basta a relazioni malate che fanno male, anche tra i più giovani. Nella nostra scuola, continueremo a educare all’amore, al rispetto, alla libertà. Perché ogni ragazza, ogni ragazzo, abbia il diritto di crescere senza paura. Martina resta con noi. Nel ricordo. Nel dolore. Ma soprattutto, nel nostro impegno a costruire un futuro migliore”, conclude l’istituto.
L’aggressione
Come riporta Repubblica, a compiere l’omicidio, secondo le indagini in corso, sarebbe stato l’ex fidanzato della ragazza, un diciottenne attualmente fermato con l’accusa di omicidio volontario, che ha poi confessato di averla aggredita e uccisa. Secondo quanto dichiarato, l’aggressione sarebbe nata da un rifiuto: la studentessa voleva chiudere definitivamente la relazione. Il giovane avrebbe colpito la ragazza con una grossa pietra trovata sul posto. Il delitto, descritto come particolarmente violento, ha sconvolto famiglia, amici, scuola e quanti la conoscevano.
In attesa delle conferme ufficiali da parte del medico legale, la procura indaga per femminicidio, un termine che ancora una volta segna con dolore la cronaca italiana.
Accorato il messaggio della madre, che su Facebook ha condiviso una foto della figlia e scritto: “Figlia mia, chi ti ha fatto del male la pagherà. Vola in alto. Ora starai con i miei genitori. Tu sei stata importante e lo sarai per sempre”.
Il sindaco di Afragola ha affidato ai social un messaggio sentito: “Oggi Afragola piange per l’inconsolabile dolore di una vita spezzata, un fiore reciso con una cieca violenza senza senso che toglie il respiro. Siamo tutti profondamente addolorati per l’orrore dell’inaccettabile morte di una adolescente a cui è stato tolto il diritto di vivere”.
Il messaggio di Valditara
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in un post su X ha espresso il suo cordoglio: “Esprimo grande dolore e profondo cordoglio per il brutale omicidio di Martina Carbonaro. Siamo davanti a un barbaro assassinio che sconvolge e indigna tutti noi. Colpire a morte una adolescente indifesa, una giovane che rivendicava il proprio diritto alla libertà, è il segno di una mentalità di dominio e di possesso che deve essere sradicata dalla società tutta. La scuola continuerà a lavorare, anche in nome di Martina, per affermare la cultura del rispetto attraverso l’educazione a relazioni corrette e sane e contrastando ogni forma di prevaricazione e di violenza”.