
Oggi, 4 giugno, alle ore 15,00, ad Afragola, nel napoletano, si sono svolti i funerali di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall’ex fidanzato 18enne qualche giorno fa. A officiare la celebrazione è stato l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Mimmo Battaglia.
Funerale Martina Carbonaro, l’omelia e la commozione
Come scrive Il Corriere della Sera, il sindaco della città, Antonio Pannone, ha proclamato il lutto cittadino. Le scuole sono rimaste chiuse, le serrande dei negozi sono rimaste abbassate in segno di rispetto. Ecco le forti parole del monsignor Battaglia nell’omelia, in merito all’educazione dei giovanissimi.
“Il dolore di oggi ci impone di dire, senza paura, senza ambiguità, una parola netta: Martina è morta per mano della violenza. È morta per mano di un ragazzo che non ha saputo reggere un rifiuto, un limite, una libertà, togliendo il futuro non solo a Martina ma anche a se stesso! Martina è morta per un’idea malata dell’amore. Un’idea ancora troppo diffusa, troppo tollerata, troppo silenziosa”.
Poi ha continuato parlando di una “tragedia che sta attraversando i nostri adolescenti e non di meno gli adulti»: «Una generazione che spesso cresce senza mappe, senza guida, senza veri riferimenti. Una generazione smarrita, sola, connessa eppure disconnessa dalla vita vera”. Poi, si è voluto rivolgere ai ragazzi, “a quelli che non sanno più gestire la rabbia, che confondono il controllo con l’affetto, che pensano ancora che amare significhi possedere. Che vedono la donna come qualcosa da ottenere, da tenere, da non perdere mai. Che se vengono lasciati si sentono umiliati, feriti, e trasformano il dolore in odio. Un odio che uccide”.
“È femminicidio”, ha detto Battaglia, “Chiamiamolo con il suo nome. Non è follia. Non è gelosia. Non è un raptus. È il frutto amaro di un’educazione che ha fallito. Di un linguaggio che normalizza la violenza. Di un silenzio colpevole! E allora, oggi, accanto al dolore – prosegue – io sento il dovere di dire: Basta. Basta parole deboli. Basta giustificazioni”.
Poi l’arcivescovo parla agli adulti: “A noi. Genitori, educatori, preti, formatori, politici. Che mondo stiamo costruendo per questi ragazzi? Che strumenti diamo loro per leggere le emozioni, per affrontare la delusione, per attraversare la frustrazione? Come li stiamo accompagnando a diventare uomini e donne capaci di rispetto, di tenerezza, di libertà? Non possiamo più rimandare. Non possiamo più dire ‘succede agli altri’. È successo qui. A Martina. A 14 anni. E questo deve bastare”.
E mentre dice ancora una volta “basta violenza” e si augura un “mondo dove nessuna ragazza debba più aver paura di amare”, non trattiene le lacrime, l’arcivescovo Battaglia, e i fedeli accompagnano la sua commozione con un lungo applauso.
L’aggressione
Come riporta Repubblica, a compiere l’omicidio, secondo le indagini in corso, sarebbe stato l’ex fidanzato della ragazza, un diciottenne attualmente fermato con l’accusa di omicidio volontario, che ha poi confessato di averla aggredita e uccisa. Secondo quanto dichiarato, l’aggressione sarebbe nata da un rifiuto: la studentessa voleva chiudere definitivamente la relazione. Il giovane avrebbe colpito la ragazza con una grossa pietra trovata sul posto. Il delitto, descritto come particolarmente violento, ha sconvolto famiglia, amici, scuola e quanti la conoscevano.
In attesa delle conferme ufficiali da parte del medico legale, la procura indaga per femminicidio, un termine che ancora una volta segna con dolore la cronaca italiana.
Accorato il messaggio della madre, che su Facebook ha condiviso una foto della figlia e scritto: “Figlia mia, chi ti ha fatto del male la pagherà. Vola in alto. Ora starai con i miei genitori. Tu sei stata importante e lo sarai per sempre”.
Il sindaco di Afragola ha affidato ai social un messaggio sentito: “Oggi Afragola piange per l’inconsolabile dolore di una vita spezzata, un fiore reciso con una cieca violenza senza senso che toglie il respiro. Siamo tutti profondamente addolorati per l’orrore dell’inaccettabile morte di una adolescente a cui è stato tolto il diritto di vivere”.
Il messaggio della sua scuola
Anche la scuola della ragazza ha pubblicato un messaggio di cordoglio: “Tutta la comunità dell’Istituto si stringe intorno alla famiglia di Martina, in questo momento di immenso dolore, per la sua prematura e tragica scomparsa che lascia un vuoto incolmabile nei cuori di tutti noi, compagni, insegnanti e personale scolastico. La ricorderemo sempre per il suo sorriso e la sua gentilezza, qualità che l’hanno resa speciale in ogni giorno trascorso insieme. Sarà sempre nei nostri cuori e nei nostri pensieri e farà parte per sempre di questa comunità che non la dimenticherà mai”.
La scuola media di Afragola, paese del napoletano dove viveva la ragazzina, aveva già scritto un post commovente per ricordarla e per sottolineare l’impegno della comunità scolastica per sradicare la cultura patriarcale.
“Martina era una di noi. Una ex alunna della nostra scuola. Una ragazza dolce, piena di sogni, con lo sguardo aperto sul futuro. Aveva solo 14 anni. La sua vita è stata spezzata in modo brutale da chi non ha accettato la sua libertà. Da chi confondeva l’amore con il possesso. La notizia della sua morte ci ha colpiti profondamente, come comunità scolastica, come educatori, come compagni. È difficile trovare le parole, ma è doveroso trovarle. Perché il silenzio non protegge”, questa la prima parte del messaggio.
“Il silenzio nasconde. Martina ci lascia un messaggio potente: che il rispetto non è un’opinione, che dire no è un diritto, che amare non significa controllare. Nel suo nome, vogliamo dire basta. Basta alla violenza, agli abusi, al silenzio complice. Basta a relazioni malate che fanno male, anche tra i più giovani. Nella nostra scuola, continueremo a educare all’amore, al rispetto, alla libertà. Perché ogni ragazza, ogni ragazzo, abbia il diritto di crescere senza paura. Martina resta con noi. Nel ricordo. Nel dolore. Ma soprattutto, nel nostro impegno a costruire un futuro migliore”, conclude l’istituto.