Home Politica scolastica Giannini: “Chiediamo un cambio di passo agli insegnanti”

Giannini: “Chiediamo un cambio di passo agli insegnanti”

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E poi continua, nel corso dell’intervista: “Formazione continua e strutturale, a partire da docenti di lingua madre straniera che ora sono ancora insufficienti, valutazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici secondo gli stessi canoni già adottati nel resto dell’Unione europea, e attribuzione di una maggiorazione stipendiale che sostituisce lo scatto di anzianità”.

E se i prof scenderanno in pazza, occorre dire, specifica Giannini che “con buona parte dei sindacati degli insegnanti ho un’ottima dialettica. Tuttavia inviterei chi dissente a riflettere sul fatto che stiamo mettendo in cantiere il più ambizioso piano di stabilizzazione mai tentato: presto avremo 150 mila insegnanti di ruolo in più, un terzo dei quali da anni già lavorano come se lo fossero”. Mentre per quanto riguarda le coperture per le assunzioni,  la ministra insiste: “Matteo Renzi mi ha assicurato che molto di ciò che risparmieremo sarà destinato, con la prossima legge di stabilità, al comparto scuola. Le risorse le troveremo, quella che abbiamo di fronte è una sfida fondamentale e non si può combattere con armi spuntate. In cambio chiediamo ai docenti di aiutarci a cambiare la scuola. Chiediamo molto, lo so, chiediamo un cambio di passo che è soprattutto culturale e ha poco a che fare con la sindacalizzazione degli ultimi anni”.

“Noi vogliamo insegnanti che siano strutturalmente e continuativamente formati e aggiornati e che trovino nella valutazione non la punizione o il premio, ma la conferma o la rivisitazione del loro lavoro. E trovino però anche un’attribuzione meritocratica di un avanzamento in carriera o di un maggiore stipendio”.

“Siamo davvero convinti”, dice ancora Giannini, “che nell’istruzione italiana ci sia molto da salvare, promuovere, tutelare. Ma anche molto da cambiare. Dal consiglio dei ministri ho avuto rassicurazioni sul fatto che molto di ciò che risparmieremo con i tagli alla spesa pubblica sarà destinato all’istruzione. Ma questo non significa che allargheremo i cordoni della borsa, al contrario: agiremo molto più selettivamente. E in cambio chiederemo ai professori di impegnarsi di più”.