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Gramellini: “Ho avuto docenti psicopatici e mollaccioni. Sogno un mondo normale in cui se un maestra ti mette 4 te lo meriti”

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Si parla ancora del caso della maestra di Treviso che ha scritto in una correzione di un compito di un bambino della primaria “per me puoi anche stare a casa”. L’episodio è stato reso pubblico dai genitori, che si sono lamentati dei metodi punitivi della docente.

L’esperienza di Gramellini

A dire la sua è ora anche il conduttore e giornalista Massimo Gramellini. Ecco le sue parole, sulla sua rubrica su Il Corriere della Sera. “Faccio male a sognare un mondo normale? Un mondo, per dire, dove una maestra ti mette ‘quattro’ se te lo meriti, ma non ti umilia e non ti espone agli sfottò dei compagni? Ma anche dove i genitori, come dice Crepet, smettono di fare i sindacalisti dei figli e li allenano a gestire la sconfitta e l’ingiustizia che comunque incontreranno nel corso della vita?”.

“Tra i miei insegnanti ho avuto psicopatici (pochi, pochissimi), una vasta tribù di mollaccioni che benedicevo senza stimarli, e poi alcuni prof appartenenti alla categoria ‘severi ma giusti’: gli unici che ricordo ancora. Anche riguardo ai genitori, tra certi padri contemporanei che si scagliano come indemoniati contro chiunque osi ferire l’orgoglio del loro pargolo e il mio, che dava sempre ragione agli insegnanti e torto a me, si può azzardare una terza via?”, ha aggiunto ironicamente.

“In quest’epoca binaria, dove tutto dev’essere per forza bianco o nero, corro volentieri il rischio di passare per terzista, dunque per ipocrita, tiepido, borghese. Però mi ostino a credere che l’armonia di una società, come quella di un individuo, non si collochi ai poli estremi, ma nel giusto mezzo (scritto minuscolo o maiuscolo, ma vissuto sempre con passione)”, ha concluso.

Il caso

Il caso di Treviso è nato da un errore grammaticale in una verifica.

Mamma e papà del bambino in questione parlano, come riporta Il Corriere della Sera, di “metodi disciplinari severi e punitivi che hanno generato grave disagio in nostro figlio”. Secondo loro non si tratta di un caso isolato, inoltre.

La mamma, per provare a gestire la situazione di difficoltà di suo figlio si è recata dai Carabinieri. Non ne ha solo parlato in famiglia, dunque, non ha solo cercato di risolvere la tensione, ma presa dallo sconforto ha cercato anche le forze dell’ordine. “La sera del 12 maggio 2025 – scrive la donna – mi sono recata personalmente alla stazione dei Carabinieri per un colloquio informativo e per chiedere un consiglio sul percorso più idoneo per far sì che mio figlio potesse tornare serenamente in classe senza timori”.