Home Attualità I danni prodotti dagli studenti vandali li paghino i genitori! Salvini torna...

I danni prodotti dagli studenti vandali li paghino i genitori! Salvini torna a promuovere la “linea dura” a scuola

CONDIVIDI

La Lega e i suoi ministri continuano ad inviare messaggi di solidarietà ai docenti aggrediti in classe da studenti violenti. E a promuovere la linea dura contro con gli allievi che escono fuori dalle regole, anche danneggiando i locali scolastici. Nel corso di un intervento a Roma, a favore del candidato alla Regione Lazio Francesco Rocca, il leader del Carroccio e vicepremier Matteo Salvini ha ribadito il concetto: “Paghino mamme e papà per i danni provocati dai loro figli a scuola, sennò dobbiamo pagare tutti noi”, ha sottolineato Salvini.

Non è la prima volta che il segretario della Lega esorta maggior rigore e rispetto delle regole per difendere il corpo insegnante: in passato ha più volte chiesto, considerandolo un deterrente e nello stesso tempo una forma di controllo, l’installazione delle telecamere fisse nelle classi di ogni ordine e grado.

Posizionato sulla linea di Matteo Salvini, anche se non ha mai chiesto le telecamere in classe, è anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: ieri, commentando le parole pronunciate, a colloquio con La Repubblica, della docente colpita in una classe di Rovigo lo scorso ottobre con pallini provenienti da una pistola ad aria compressa, il numero uno del dicastero bianco ha detto che lui sarà “sempre dalla parte degli insegnanti aggrediti. Riportiamo responsabilità, serenità e rispetto nelle scuole”.

A sollevare ulteriori polemiche sul caso di Rovigo, che ha portato la docente colpita a denunciare i 24 studenti della classe presenti al momento dello sparo dei pallini, sono state le dichiarazioni di Luciana Littizzetto, a proposito della bravura solo di certi insegnanti nell’instaurare un rapporto costruttivo con gli alunni più difficili. La comica aveva detto che “se il professore riesce a essere empatico, non gli sparano con la pistola ad aria compressa“: una frase che ha prodotto, tra l’altro, copiose proteste da parte di diversi docenti.