Home Politica scolastica I voli pindarici di Davide Faraone sull’organico potenziato

I voli pindarici di Davide Faraone sull’organico potenziato

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“Entro dicembre le scuole italiane avranno a disposizione circa 50 mila docenti in più. Nessun governo aveva fatto un tale investimento”. Così il Sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. 

Fare voli pindarici è un’espressione che viene usata per descrivere la forte propensione di una persona di immaginare una realtà che non c’è, ma che esiste nel mondo dei sogni. Il volo pindarico è tipico delle persone che con la forza della loro mente si distaccano dalla realtà , entrando in un mondo parallelo fatto di sogni surreali dove regna un’ardita e complicata digressione della realtà. Da quanto scrive Davide Faraone, sottosegretario del Miur, sul suo profilo facebook riguardo l’organico potenziato della fase C delle prossime immissioni in ruolo, si intravede una sorta di volo pindarico che associa la fantasia dello scrivente con la dura realtà delle scuole italiane.

Ma cosa scrive Davide Faraone? Il sottosegretario del Miur scrive: “La nostra sfida alle scuole: con l’organico del potenziamento niente tappabuchi. Ci aspettiamo creatività e fantasia. Tra novembre e dicembre le scuole italiane avranno a disposizione circa 50 mila docenti in più. In media 7 per istituto. Nessun governo prima di questo aveva fatto un tale investimento in termini di risorse professionali. È una sfida. Non stiamo immettendo in ruolo docenti per fornire alle scuole tappabuchi per le supplenze o factotum da usare all’occorrenza. L’organico del potenziamento è la grande occasione che gli istituti hanno per decidere cosa fare e cosa essere, in base alle esigenze degli studenti e del territorio. I dirigenti scolastici hanno tempo fino al 15 ottobre per indicare le priorità degli istituti su specifici campi disciplinari. Questo sarà un anno di transizione che ci consentirà di stabilire qual è il fabbisogno delle scuole. In base a quello bandiremo posti ad hoc con il prossimo concorso per oltre 90.ooo docenti. Prendiamo le misure per cucire attorno alla scuola un vestito che non le stia solo a pennello ma che ne esalti le potenzialità. Con questi docenti in più che arriveranno negli istituti (negli istituti, non nelle classi, cerchiamo di superare steccati fisici, ideologici, andiamo oltre, facciamo sforzi di immaginazione) si potranno davvero modificare le proposte didattiche con attività differenziate per gruppi di studenti: ore di diritto ed economia al liceo al posto del latino, oppure musica in orario aggiuntivo al liceo delle scienze umane per chi andrà a fare la maestra e dovrà insegnare musica. La piena attuazione del curriculum dello studente. Una personalizzazione dell’insegnamento perché i ragazzi sono tutti diversi e imparano in modo diverso. E in questo modo andare incontro a chi deve recuperare ed evitare che chi è più veloce si annoi. Tutto l’organico dell’autonomia dovrà servire a superare la rigidità degli orari e delle classi, il ritmo lezione-studio-interrogazione. E, lavorando in rete, si potranno soddisfare i bisogni degli studenti e arricchirne gli orizzonti con nuovi sguardi. La scommessa è sulla capacità delle scuole di immaginarsi nuove strade. Ed è una scommesse di quelle che si devono vincere. Mi auguro che le proposte che arriveranno siano più esplosive, declinate al futuro, innovative di ogni nostra più rosea aspettativa. È tutto ciò che gli istituti attendevano da tempo e che ora hanno i mezzi per realizzare”.

A parte l’imprecisione delle 50 mila unità di docenti, infatti quelli che potranno entrare in ruolo nella fase C non potranno essere più di 40 mila, ma molti di loro sono già impegnati con una supplenza annuale che non lasceranno. Inoltre, soprattutto al nord è molto probabile che i docenti assunti in fase C che accetteranno l’incarico già da quest’anno si troveranno a entrare su cattedra e non su organico potenziato. Infine superare la rigidità degli orari scolastici per docenti e per alunni, utilizzando il lavoro delle reti di scuole è un’idea che si scontra con la realtà del contratto collettivo nazionale di lavoro degli insegnanti, con la realtà di reti scolastiche che esistono solo sulla carta, mentre nel quotidiano le scuole competono e concorrono l’una contro l’altra. Belle parole quelle di Faraone, peccato che si tratta di un volo pindarico che si scontra con una dura e amara realtà.